Il deputato Giorgio Assenza del Pdl-Forza Italia all’Ars, intervistato in esclusiva da Sicilianews24, esprime forti perplessità in merito al successo politico ed elettorale del Ndc. Assenza appoggia le istanze che sono alla base della protesta di questi giorni dei Forconi. Spera che al più presto all’Ars si uniscano in un unico soggetto politico i deputati di FI e quelli della Lista Musumeci. Ha visto finora bistrattata dal governo Crocetta la provincia di Ragusa. Assenza vede molto negativamente il processo di trasformazione delle Province in Consorzi di provincia le cui funzioni in realtà dovrebbero essere potenziate piuttosto che svilite. Per il futuro spera che i partiti d’opposizione all’Ars siano compatti contro il governo Crocetta che a suo dire fino a questo momento ha fatto solo un politica di tagli e proroghe senza pensare allo sviluppo economico complessivo dell’Isola.
Dopo la scissione tra Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi e l’Ndc di Alfano quale futuro vede per il popolo del centrodestra in Sicilia?
“Io ho un grande dubbio che il progetto del centro destra sia un termine usato come specchietto delle allodole. Penso che il progetto finale sia diverso e sia quello di creare un partito di centro. Secondo me piuttosto di chiamarsi Ncd si dovrebbe chiamare Ndc ‘Nuova Dc’ perché da qui a qualche mese farà un patto federativo e si fonderà con i resti dell’Udc casiniana e con parte del Pd. Proprio quello che sta nascendo sotto le spinte di Renzi. Perciò questo nuovo partito di Alfano guarda più a sinistra che a destra. Mi auguro, invece, che Forza Italia possa diventare il vero partito di centro destra, dove la destra possa avere veramente un ruolo predominante e possa rappresentare il contenitore unico di questo mondo”.
Nella prossima tornata elettorale pensa che la separazione all’interno di Forza Italia possa fare morti e feriti? I siciliani tornando alle urne rimarranno fedeli a Berlusconi o seguiranno la nuova scia di Alfano?
“Io non ho timore di un indebolimento di Forza Italia. La mossa di Alfano è stata solo una manovra di Palazzo, ma tra l’elettorato non penso che non troverà consenso. Oggi guardavo la seduta alla Camera con Alfano seduto accanto a Letta, mentre quest’ultimo stava pronunciando parole dure contro i precedenti governi dei quali lo stesso Alfano faceva parte insieme a Berlusconi. Questo quadretto non sarà tanto apprezzato dall’elettorato di centro destra”.
Sarà possibile almeno all’Assemblea regionale siciliana una unione tra Forza Italia e i deputati di Lista Musumeci?
“Questa operazione io la vedo con grande favore. E’ dettata anche dalla necessità, perché noi siamo rimasti in tre in Forza Italia. Io mi auguro che al più presto si crei un gruppo Forza Italia-Lista Musumeci al quale aderiremo noi e i tre della Lista Musumeci”.
La provincia di Ragusa dopo le ultime variazioni di bilancio si sente penalizzata poiché per Ibla non sono stati stanziati i 500mila euro. In generale pensa che ci sia stata una scarsa attenzione di questo governo nei confronti della provincia di Ragusa?
“Fin dall’inizio della finanziaria la provincia di Ragusa è stata bistrattata. Noi abbiamo un istituto di ricerca di grande rilevanza nel campo della zootecnia come il Corfinlac, che è stato privato dei finanziamenti necessari. I ricercatori sono in cassa integrazione da mesi; con un mio emendamento sono stati finanziati con soli 100 mila euro. C’è anche il problema del centro di recupero della fauna selvatica che va avanti grazie al lavoro dei volontari e da quest’anno è stato privato di qualsiasi finanziamento regionale. Per quanto riguarda l’aeroporto di Comiso lo scorso governo Lombardo aveva stanziato delle somme per la fase di start up, ma il governo Crocetta ha eliminato queste somme dal bilancio pluriennale con la promessa che non appena fossero servite queste somme si sarebbero trovate”.
Il gruppo del Pd all’Ars continua a fare pressione su Crocetta per rivedere la giunta in chiave strettamente politica cosa ne pensa di questo pressing?
“Onestamente la giunta Crocetta non ha brillato per competenza e proficuità del lavoro. Solo in casi sporadici alcuni assessori hanno lavorato bene. Ma in generale la squadra assessoriale nel suo complesso ha deluso. In realtà i partiti premono per cambiare la giunta perché in realtà si tratta di un ritorno all’antico con la richiesta di spartirsi gli assessorati per accontentare i potentati interni ai vari partiti. Questo non ci fa ben sperare per quella che dovrebbe essere una svolta politica di cui ha bisogno veramente la Sicilia. Non serve cambiare i direttori d’orchestra senza cambiare musica”.
Attualmente è pronto il ddl che prevede la soppressione delle provincie e l’istruzione di consorzi di provincia e città metropolitane come quelle di Palermo, Catania e Messina, cosa ne pensa di questo testo di legge?
“Io sono stato uno degli oppositori più strenui dell’abolizione delle province, perché la considero una legge di pura demagogia elettorale. Io l’ho definita la legge Giletti- Crocetta – Cancelleri perché il presidente aveva annunciato questa legge in una trasmissione televisiva domenicale. Oggi c’è il paradosso che è in discussione in prima Commissione un progetto di legge Cracolici che in realtà non abolisce le province ma ha cambiato solo il loro nome con Consorzi di provincia, che sono sempre nove e hanno le stesse funzioni. Il fattore di cambiamento negativo in questa riforma è che si è del tutto annullato il momento democratico dell’elezione diretta da parte dei cittadini dei rappresentanti del territorio nelle varie realtà locali che è stata sostituita da un’elezione di secondo grado che dovrebbe avvenire attraverso la votazione dei vari sindaci. Le province o consorzi di provincia sono enti intermedi di cui una organizzazione piramidale dello Stato ha estremamente bisogno. La vera riforma deve stare nel ridurre al minimo i costi della politica e trasferire alla provincia tante funzioni che sono attualmente di competenza regionale o di organi periferici dello Stato. Questo aiuterebbe a dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini o delle aziende, per esempio i piani regolatori delle città sono arenati da anni. Potenziando gli uffici provinciali si potrebbero dare risposte in tempi brevissimi dando input all’attività produttiva che in molti casi non aspettano altro che autorizzazioni per poter partire o procedere”.
I problemi macroscopici della nostra regione sono la disoccupazione e una forte sofferenza delle imprese, nel frattempo il governo regionale è concentrato a tagliare. Cosa dovrebbe fare nei prossimi mesi l’opposizione per cambiare questo trend economico della Sicilia?
“L’opposizione deve prima fare chiarezza al proprio interno. In questo anno in molti casi ha fatto balenare il dubbio che questo governo, che tendeva a galleggiare, si potesse in qualche modo favorire, anche se non lo ha appoggiato completamente. Io mi sono opposto a questo pensiero dilagante perché ritengo che questo governo stia dando la mazzata finale all’economia siciliana. Alla base di tutto c’è il fatto che manca una visione d’insieme per creare lo sviluppo e arrestare il declino che appare inesorabile. Finora il governo Crocetta si è distinto soltanto per le proroghe: ai forestali, precari e Ato”.
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