Oggi pomeriggio le Camere, in seduta congiunta, cominceranno a votare per l’elezione del Presidente della Repubblica: l’ex rottamatore Renzi, che ha in mano il pallino del gioco, sta procedendo esattamente come nella migliore tradizione democristiana, secondo il rituale che prevede trattative riservate, dove i nomi che escono sono quelli destinati a far da apripista  al vero candidato. La politica italiana, che sembrava aver compreso la lezione del massiccio assenteismo, quando si fa sul serio si chiude a riccio e torna ad essere casta. E’ chiaro a tutti che i nomi che si fanno non possono essere graditi all’opinione pubblica: il grigio Mattarella, persona per bene ed educata, è perfetto per non pestare i piedi a Renzi, ma non ha né la tempra né la personalità necessaria ed ha sempre navigato nella vecchia politica fino al comodo rifugio della Corte Costituzionale; Giuliano Amato, il candidato di Berlusconi (e di altri che stanno in silenzio) dava lezioni di moralità ai compagni socialisti, restando ben dentro alle stanze del potere, mentre si rubava a tutto spiano: oltre ad aver messo le mani sui conti correnti degli italiani per pagare i debiti della casta, ha raggranellato anche una serie di pensioni d’oro, legittime, ma incompatibili con quelle degli italiani “normali”; Bersani, Veltroni e D’Alema hanno già fatto sufficiente danno alla guida del PCI – PDS e poi PD per vederli salire al Colle; Romano Prodi è riuscito a far dimenticare il suo passato di gran commis che gestiva l’IRI seguendo le disposizioni e gli interessi delle grandi famiglie del capitalismo italiano, ma porta tutta intera la responsabilità di aver fatto entrare l’Italia nell’euro, al cambio suicida di quasi duemila lire, affossando definitivamente la nostra economia. Ci si sarebbe aspettato un nome nuovo, al di fuori di partiti e partitini, in grado di rappresentare l’unità e la dignità del Paese e invece, avremo un benevolo notaio, pronto a controfirmare i desiderata di Renzi & C.