Dopo la meritata (anche se eccessiva nel punteggio) sconfitta in casa dell’Inter, bestia nera dei rosanero anche nei suoi periodi peggiori, il Palermo si trova davanti a un bivio con molte certezze e qualche incognita. Le certezze sono i 30 punti in carniere con dodici lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione, l’esplosione di Dybala e Vazquez che garantisce una buona patrimonializzazione, il carattere di Iachini che, finalmente, ha dimostrato il suo valore anche in serie A.
Le incognite riguardano principalmente la difesa: la cessione di Munoz ha tolto uno dei due perni, (l’altro è Gonzalez che anche in rosanero ha confermato le belle prove del mondiale con la sua nazionale) che garantivano tranquillità. Per una ragione o per l’altra i vari Andelkovic, Milanovic, Terzi hanno lasciato a desiderare e Vitiello, che si era ben inserito, ha subito uno stop per infortunio che ha ulteriormente impoverito il tasso tecnico del reparto schierato al Meazza.
Anche contro il Napoli l’emergenza continua: sarà fuori dopo l’ammonizione il diffidato Gonzalez e il rientro di Andelkovic non sembra compensare l’assenza del costaricano, che si aggiunge a quella di Vitiello non ancora ristabilito: la squadra di Benitez ha un attacco prolifico e quell’Higuain che potrebbe risultare devastante contro una difesa acciaccata.
Sul fronte societario, Zamparini ha avviato la solita manfrina che precede le cessioni dei tanti campioni che il vulcanico presidente ha portato in rosanero: si sono rotti i rapporti con Dybala, reo di non accettare il contratto da un milione che la società gli offre per restare. E’ evidente che si tratta di una sceneggiata messa in piedi per abituare i tifosi all’inevitabile cessione di giugno: se lo stesso Zamparini lo valuta 40 milioni e lo giudica il miglior attaccante del campionato, non è pensabile che il giovane talento possa accontentarsi di una cifra che può tranquillamente quadruplicare con uno dei top club che lo inseguono.
Un gioco delle parti che si può perdonare, perché bisogna dare atto al presidente friulano di aver portato al Barbera fior di campioni mai visti nella secolare storia rosanero, con qualche eccezione: Vernazza, Anzolin, Mattrel, Causio, Burgnich, Benetti e pochi altri.
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