di redazione
Il generale Antonio Pappalardo, candidato sindaco a Palermo con la lista civica Melograno, sulla riforma dell’articolo 18: “Per la terza volta, dopo la riforma delle pensioni e le liberalizzazioni, i provvedimenti del governo si scaricano sui lavoratori. Monti ha davvero una strana idea della coesione sociale”.
“Con il mutamento dell’articolo 18, i lavoratori saranno sottoposti ad ogni ricatto. L’effetto deterrente sui licenziamenti verrà annullato”. Così il generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, candidato sindaco a Palermo con la lista civica Melograno, sulla riforma dell’articolo 18. “Il governo Monti, con un atteggiamento intransigente, ai limiti dell’arroganza, che mai si è registrato nella storia della Repubblica nei confronti delle parti sociali – aggiunge Pappalardo – dichiara chiusa la questione sull’articolo 18, anche se la Cgil dice no alla sua modifica definendo la proposta del governo totalmente squilibrata, molto lontana da tutti i suggerimenti dati”.
L’obbligo di reintegro del lavoratore in caso di licenziamento senza giusta causa, rimarrebbe soltanto in caso di licenziamento per discriminazione (che rappresenta una percentuale bassissima rispetto al contesto).
“Secondo il governo – continua Pappalardo – con questa riforma sarà più facile trovare lavoro per i giovani, che potranno così impegnarsi nell’acquisto di una casa. Ma allo stesso modo per le aziende sarà più facile licenziare un uomo di 50 anni, che ne deve attendere altri 17 prima di andare in pensione. Insomma i cittadini italiani devono trovare lavoro presto, vivere nel debito, pagando per vent’anni il mutuo di una casa, ma senza avere la sicurezza di arrivare alla pensione. Proprio un bel passo in avanti per un popolo già colpito da ogni sorta di aumento: benzina e Imu su tutte, in attesa che l’Iva venga portata dal 21 al 23%. Ci si avvicina al modello cinese, dove il lavoratore presta la sua opera per 16 ore al giorno per 300 dollari al mese .Già a Palermo si segnalano casi di lavoratori che operano per 16 ore al giorno per 400 euro al mese. Faremo di tutto per contrastare la riforma – conclude Pappalardo – anche mobilitando le piazze. Perché se la modifica dell’art. 18 sarà penalizzante nelle aree del Nord Italia, nel Sud sarà devastante, perché il lavoro sommerso e le condizioni dei lavoratori sono già ampiamente precarie”.
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