Ars, votati quasi tutti gli articoli della legge sulla spending review

Al voto in aula a sala d’Ercole  il ddl  “Misure in materia di controllo, trasparenza e contenimento della spesa relativa ai costi della politica”.
Gli scontri iniziano fin dalla votazione dell’articolo 1 al quale erano legati due emendamenti simili uno presentato dai deputati del M5S e l’altro  dai deputati del Pdl  che volevano entrambi legare a questo ddl il concetto di essere l’applicazione del cosiddetto Decreto Monti. Ma l’aula dopo molti mormorii non ha approvato i due emendamenti. L’articolo 1 è stato approvato. L’articolo recita: “Le disposizioni della legge sono finalizzate ad introdurre nell’ordinamento regionale, secondo le modalità stabilite dallo statuto regionale di autonomia e delle relative norme di attuazione, misure in materia di controllo, razionalizzazione e contenimento della spesa relativa ai costi della politica e dell’amministrazione regionale”. Il presidente Giovanni Ardizzone fin dall’inizio batte sul punto che  le finalità della norma sono coincidenti col decreto nazionale  (Monti), ma che tengono come punto di riferimento non quel decreto, bensì lo Statuto siciliano. “Così difendiamo le prerogative dell’autonomia siciliana”, come invece continuano a sostenere la maggioranza dei deputati dell’Ars.
L’articolo 2 si occupa del “Trattamento economico dei deputati regionali e dei componenti della Giunta regionale”. E’ il cuore del ddl sulla spending review. Si tratta della riscrittura dell’art. 2.9 , dopo una giornata di serrati confronti nella maggioranza, prevede la stabilizzazione del tetto massimo per lo stipendio dei parlamentari a 11.100 euro lordi in luogo degli attuali 16.000. L’indennità e la diaria spettante ai deputati subirà la variazione dell’indice Istat del costo della vita. Il parlamento individuerà le cariche interne a cui spetterà un’indennità di funzione nei limiti di 2.700 euro lordi mensili.
Al presidente della Regione e a quello dell’Ars spetterà un’indennità mensile lorda equivalente ai parlamentari regionali nominati assessori è attribuita un indennità’ aggiuntiva per la carica di assessore pari all’indennità di funzione che spetta al presidente di commissione legislativa permanente dell’Ars. Agli assessori regionali che non siano deputati spetta un trattamento economico omnicomprensivo di 11.100 euro lordi.
L’articolo 3  tratta la “Gratuità  della partecipazione dei deputati regionali e componenti del Governo in organismi”. Il fatto che un deputato partecipi in commissione, comitati, organi di enti di qualsiasi tipo  che sia connessa alle cariche  di presidente della regione, di Presidenza dell’Assemblea regionale, di assessore  e di deputato non può prevedere la corresponsione di indennità, gettoni di presenza rimorsi o compensi.
L’articolo 4 prevede la “Pubblicità e trasparenza dello stato patrimoniale dei deputati e degli assessori regionali. Comprese le notizie su quote di partecipazione nelle società, titoli di Stato. L’articolo 5 prevede invece le sanzioni per le “assenze ingiustificate” in Aula e in Commissione di deputati e assessori regionali. Su questa norma pare esserci un sostanziale accordo.
L’articolo 6 sul contributo in favore dei gruppi parlamentari per le spese di funzionamento dove è fissato un tetto massimo “ottenuto dalla somma tra l’importo di cinquemila euro moltiplicato per il numero dei deputati regionali e l’importo di 0,05 euro moltiplicato per il numero della popolazione residente nella Regione rilevata dall’ultimo censimento ufficiale”. La norma esclude espressamente la contribuzione in favore di partiti o movimenti politici. L’articolo 7 sul contributo in favore dei gruppi parlamentari per le spese del personale che non vedrà un taglio orizzontale del 20% come previsto nel testo originario. L’importo, secondo la complessa norma riscritta dalla commissione guidata da Savona, non potrà essere superiore all’importo determinato moltiplicando il numero dei deputati componenti del gruppo stesso per il costo di unità di personale di categoria D, con posizione economica D6, senza posizione organizzativa, compresi gli oneri a carico dell’ente”.
 L’art. 9, ancora nella riscrittura del testo da parte della commissione Savona, stabilisce che la Regione e l’Ars adottino le disposizioni stabilite a partire dai rendiconti dell’esercizio finanziaria 2013. L’articolo 10 dispone la soppressione dell’assegno di solidarietà per i deputati. Al termine del mandato, infatti, ogni deputato riceve dal Fondo di solidarietà un assegno pari all’80% dell’importo lordo di una mensilità dell’indennità moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo (o frazioni non inferiori ai sei mesi). Per questo motivo, al deputato viene mensilmente trattenuto il 6,7% della propria indennità lorda.
L’articolo 11 riguarda i vitalizi per i deputati. Viene confermato il ricorso al sistema contributivo. Ma i deputati del Movimento cinque stelle hanno anche proposta l’esclusione del beneficio per i condannati per mafia.Verrà messo al voto finale dell’Aula nella seduta d’aula del prossimo martedì il ddl sulla spending review. Così ha infine decretato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone su richiesta del deputato Malafarina (Megafono) che aveva chiesto di riformulare il capitolo sulle spese di rappresentanza: “Bisogna dare un’indicazione in questa sede per ridurre la spesa in tal senso in modo consistente”, ha detto il deputato. Gli uffici dell’Ars dovranno intanto determinare concretamente i tagli cosi’ come stabilito nelle norme fino ad oggi approvate.