L’Assemblea regionale siciliana ha respinto con voto palese – 44 voti contrari e solo 37 favorevoli, meno quindi dei quaranta presentatori – la mozione di sfiducia al governatore Rosario Crocetta al termine di una maratona durata sette ore e mezza e terminata in piena notte, intorno all’una. Un dibattito teso, contrassegnato dalla dura requisitoria dei presentatori delle mozioni, centrodestra e Movimento 5 stelle, che hanno puntato il dito contro i “falllimenti” e “il commissariamento di fatto della Sicilia da parte di Roma”.
Altrettanto dura la reazione del presidente della Regione che ha accusato i pentastellati di appartenere a un movimento “razzista, omofobo, antidemocratico, filomafioso, votato allo sfascio e che persegue solo obiettivi antisistema e finalizzati alla mia delegittimazione”. Numerosi e aspri i riferimenti all’intervento di Beppe Grillo domenica scorsa, davanti a Palazzo dei Normanni, sede dell’Ars, in occasione dello ‘Sfiducia day’ di domenica scorsa, trasformatosi, ha detto il capo della Giunta, in “Boomerang day”. Bagarre in aula quando in precedenza la capogruppo M5S Valentina Zafarana ha accusato “i deputati di votare, anche questa sfiducia, con in mano il portafoglio”.
Sono seguite urla, la minaccia di Crocetta di abbandonare Sala d’Ercole e la breve sospensione dei lavori. Poi il parziale rasserenamento e il lancio della sfida da parte del governatore: “Io sono qui e, sfiduciato o meno, staro’ con la gente e poi stravinceremo le elezioni perche’ il centrosinistra e’ unito, come non lo saranno mai centrodestra e Movimento 5 stelle che oggi si sono trovati alleati”. Un centrodestra “che oggi trema e per questo ha inteso sfiduciarmi perche’ ho demolito un sistema di interessi e affari, a partire dalla formazione”.
Via via che passavano le ore, e’ diventato sempre piu’ chiaro che le mozioni di sfiducia non avevano chance, in forza soprattutto del ricompattamento del Pd attorno al presidente (“Una mozione inutile e dannosa”, ha detto nell’ultimo intervento il capogruppo renziano Baldo Gucciardi, “Una farsa” per il cuperliano Antonello Cracolici) e dell’armistizio siglato da Articolo 4 che pure sino mercoledi’ si definiva “non rappresentato nel nuovo esecutivo”. Cosi’, è passata senza colpo ferire anche la provocazione dei grillini che hanno simbolicamente consegnato un barattolo di colla ai colleghi del Pd, con tanto di dedica: “Siete incollati alla poltrona”.
Ora, archiviato questo passaggio, occhi puntati sul decollo definitivo del Crocetta Ter con l’assegnazione delle deleghe. L’Aula e’ stata rinviata al 4 novembre, alle ore 16, con all’ordine del giorno l’elezione del vicepresidente dell’Ars e la proroga dei commissari delle Province.
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