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Dall’Ars contributi alle coppie di fatto per metter su casa

Un ora e mezza per dibattere e votare l’articolo 26 che prevede contributi alle coppie di fatto per pagare il mutuo con cui acquistare la casa. Contributi sono previsti anche per l’affitto.
Prende per primo la parola il governatore Crocetta per appoggiare l’articolo: “Noi vogliamo favorire le nuove coppie per le difficoltà di trovare casa. L’unico elemento nuovo è quello relativo alle coppie di fatto, per me non c’è niente da discutere. Qualcuno mi ha sottolineato che solo le coppie legalmente sposate possono avere diritto alla casa. Ma per me questo diritto va esteso anche alle coppie di fatto che si sono iscritte nell’ultimo anno. Per chi volesse scomodare elementi etici sostengo che è giusto che lo Stato riconosca le coppie di fatto. Scatta subito la bagarre in aula tra Crocetta e Musumeci: “Lei Musumeci – ha detto il governatore – abbia rispetto per tutti. Anche per chi, come me, è single e si considera una famiglia. Anche perché mi risulta che anche lei e qualche suo compagno di partito in campagna elettorale ha aperto alle coppie di fatto”. Crocetta poi legge una dichiarazione di monsignor Mogavero, che affronta il tema delle garanzie nei confronti delle unioni di fatto. Questa è la prima di una serie di norme con cui Crocetta punta a equiparare a fini giuridici le coppie di fatto a quelle nate da matrimonio”. Interviene subito il deputato di Forza Italia Vincenzo Figuccia che sottolinea che: “C’entra il riferimento alle coppie di fatto in un articolo che parla di edilizia? Si tratta di una norma-immagine”. Segue l’intervento del deputato del Pd Antonello Cracolici che sottolinea che: “Considero utile questa norma perché per molte famiglie è difficile accedere ad un mutuo, questa norma incentiva l’accesso al mutuo e prova a sbloccare il mercato immobiliare che è bloccato in questo periodo. La regione anche attraverso l’Irfis l’acquisizione da parte delle famiglie ma anche delle coppie di fatto”. Cracolici cita a supporto delle su iedde Papa Francesco che aveva detto ai giornalisti: “ Chi siamo noi per giudicare? Perciò Cracolici sostiene : “Chi siamo noi per opporci all’acquisizione di una casa da parte di coppie che non siano legalmente unite in matrimonio?”. Il vicepresidente della Commissione Bilancio Vincenzo Vinciulo sostiene che: “L’argomento è stato impostato in maniera sbagliata, quando il cattolico fa politica dimentica la propria fede. Noi non vogliamo essere clericali e anche le coppie di fatto hanno diritti e doveri. Le leggi non hanno sesso, ma sono per tutti i cittadini siciliani. Noi vogliamo affrontare questo argomenti senza sorrisi. Non vogliamo ghettizzare nessuno. Noi cattolici vogliamo impegnarci nella politica da parte nostra il legislatore risponde solo al rigore morale del nostro agire”. Il deputato Nello Musumeci interviene sull’argomento sostenendo:”Chi siamo noi per affrontare un tema così importante, che implica questioni di natura etica e religiosa? Noi siamo un’Assemblea parlamentare, che ha l’obbligo di obbedire alle norme costituzionali. Ma con la demoniaca volontà del presidente Crocetta, si vuole aggirare l’ostacolo per far dire al governatore: ‘La Sicilia è all’avanguardia nel riconoscimento delle coppie gay’. Posso anticipare anche i titoli dei giornali. Ma un parlamento serio deve affrontare questo argomento serio in un altro momento, e non certo condizionato dalla fretta. Con questa norme si induce i sindaci a istituire i registri delle unioni civili. E l’altro obiettivo è quello di equiparare le coppie gay a quelle etero. Ma la famiglia poggia sul diritto all’unione tra un uomo e una donna, finalizzata alla procreazione. Ho massimo rispetto per le coppie gay. Ma una coppia di persone gay non può essere considerata ‘famiglia’. Merita tutele? Certamente. Ma non spetta a questa assemblea”. Il deputato del Pd Giovanni Panepinto sostiene che: “Aprire un dibattito su una norma così palesemente di buon senso mi pare il festival dell’ipocrisia. Stiamo dimostrando di essere sempre più lontani dal comune sentire dei cittadini siciliani. Non potendoci appellare a nient’altro ci appelliamo ad una ‘banalissima’ norma. Stiamo esagerando. Guardate come ci presentano i giornali, questa norma è un’opportunità anche per riscattare la nostra immagine”.

Silvia Iacono

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