di Silvia Iacono
Palermo, 10 Mag. – La seduta d’aula è iniziata questa mattina con le parole del presidente Giovanni Ardizzone che ha espresso solidarietà ai familiari del brigadiere Giangrande, ferito davanti Palazzo Chigi. All’ordine del giorno l’autorizzazione della pubblicazione della Legge Finanziaria senza le parti impugnate dal Commissario dello Stato Carmelo Aronica.
Tra i deputati manca il vicepresidente dell’Ars Antonio Venturino, che ieri è stato espulso ufficialmente dal Movimento cinque stelle, per non avere restituito parte delle indennità degli ultimi due mesi come previsto dallo Statuto del movimento grillino.
Il presidente Ardizzone ha ricordato che: “Quella che è passata è stata una settimana triste funestata dalla improvvisa scomparsa di Giuseppe Musumeci, figlio dell’onorevole Nello Musumeci. L’Assemblea esprime il suo cordoglio. Ma la settimana è stata segnata anche dalla morte di Agnese Borsellino moglie del giudice Paolo e madre dell’assessore Lucia. Una donna che con grande forza d’animo ha perseguito la giustizia e deve essere un esempio per tutti noi. Risuonano ancora le parole di Agnese Borsellino in occasione del ventennale delle stragi che aveva adottato tutti i ragazzi siciliani. E’ doveroso che quest’aula ricordi Agnese Borsellino donna che mai si è sentita sola e che infonde sicurezza alle giovani generazioni, testimone silenziosa del nostro tempo la cui memoria dovremo onorare”.
Il Parlamento siciliano le ha dedicato un minuto di silenzio dopo soli cinque minuiti dall’inizio della seduta d’aula. E’ polemica in aula all’Assemblea regionale siciliana per la mancata commemorazione di Giulio Andreotti. Ad attaccare il Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone (Udc), che poco prima aveva onorato invece con un minuto di silenzio, la morte di Agnese Borsellino, è stato il deputato di Cantiere popolare Toto Cordaro. “Va commemorato anche Andreotti, non solo la signora Borsellino”, dice Cordaro. I toni si sono alzati quando Ardizzone non ha dato subito la parola a Cordaro: “Non capisco perché va alla ricerca di un incidente d’aula, si riappropri della sua saggezza. Le darò la parola al momento opportuno”.
Il lavori dell’Ars questa mattina sono proseguiti con il presidente Giovanni Ardizzone, che ha incaricato il deputato segretario Salvatore Lo Giudice di dare lettura ad interrogazioni e atti ispettivi. Nel corso della seduta si procederà all’approvazione dell’ordine del giorno che autorizza il governo alla promulgazione della legge di stabilità regionale e del bilancio approvati all’alba del primo maggio senza i 21 articoli impugnati ieri dal commissario dello Stato. Una censura pesante che anche oggi a Sala D’Ercole sta producendo polemiche. Insorgono, soprattutto, nel corso di un acceso dibattito, i deputati della maggioranza contro l’impugnativa. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone prima di mettere al voto l’Ordine del giorno ha dato la parola ai deputati Mimmo Turano (Udc) secondo il quale, il gesto del Comissario dello Stato: “E’ intollerabile, perché cancella la decisione di un parlamento costringendo i rappresentanti ad abdicare al loro ruolo”. Per Marcello Greco (Democratici Riformisti) è necessario aprire un conflitto di poteri di fronte alla Corte Costituzionale, per poter tornare a legiferare senza problemi”. Secondo il vicecapogruppo del Pds-Mpa Vincenzo Figuccia: “Sulla Finanziaria il Governo Crocetta è inciampato su se stesso. La bocciatura del Commissario dello Stato certifica l’improvvisazione di questo esecutivo, che ha trovato adeguata spalla nei bassi appetiti parlamentari. Il prefetto Aronica ha sancito l’illegittimità della assegnazione dei contributi della ex tabella H, la cui discrezionalità ha ancora una volta offeso quelle migliaia di persone che stentano a far quadrare i conti a fine mese. Purtroppo, di mezzo c’è andato anche il terzo settore e l’assistenza sociale. Mi auguro che Governo e Parlamento lavorino presto ad una legge condivisa che fissi criteri precisi per l’assegnazione di contributi a soggetti. meritori e per iniziative lodevoli, come l’assistenza ai malati oncologici terminali, per i quali mi sono battuto sin dal primo minuto. Per il resto, questa Finanziaria conteneva una serie di castronerie, le più disparate, dall’ipotesi – bocciata dal Commissario – di sopprimere il Ciapi accorpandolo a quello di Priolo, allo svilimento delle norme sulla trasparenza, mentre in realtà restano fuori dalle preoccupazioni del governo giovani e imprese. Adesso il re è nudo. Crocetta ne prenda atto, e ora che Aronica ha d’un tratto vilito due mesi di lavoro il Governo si interroghi, faccia ammenda e dica ai siciliani onesti quali consulenti e quali geni della finanza consigliano ed ispirano questo esecutivo incapace di rispondere all’emergenza sociale in atto”.
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