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di redazione
I gruppi parlamentari dell’Assemblea Regionale Siciliana ricevono ogni anno 12 milioni di euro. Soldi che sulla carta, vengono utilizzate per il corretto funzionamento dei partiti politici, quindi per pagare il personale amministrativo, ma sopratutto per sostenere manifestazioni elettorali.
Mentre nel Lazio scoppia la bufera per il caso Fiorito, si fanno i paragoni con le altre regioni, e la Sicilia, manco a dirlo, è la Regione più spendacciona d’Italia.
Un fiume di soldi che viene speso anche per feste, regali, viaggi e che poco hanno a che fare con la politica e con i bisogni dei cittadini. Insomma oltre agli stipendi che percepiscono i deputati e che si aggirano intorno ai 10,000 euro, gli onorevoli si intascano anche i soldi del finanziamento ai partiti. Soldi difficili da controllare perchè gran parte vengono accreditati direttamente nella busta paga.
Il caso dei rimborsi elettorali infiamma la campagna elettorale in Sicilia con Claudio Fava, candidato della sinistra, che ieri ha chiesto di rendere pubblici i bilanci dei partiti e così sono iniziate ad emergere le spese sostenute.
Oltre alle indennità che percepiscono gli onorevoli dunque, l’Ars concede ai gruppi parlamentari un contributo di 3750 euro per ogni deputato, più le somme per gli stipendi dei dipendenti dei vari gruppi e una quota relativa ai portaborse che si aggira intorno ai 4,000 euro al mese. Più deputati ha un gruppo, più soldi pubblici riceve.
Al primo posto nella classifica del fiume dei soldi che vanno ai partiti c’è il Pd che con i suoi 27 deputati, riceve ogni anno 2 milioni e 240 mila euro, ha 25 dipendenti e 3 auto blu. Segue l’Udc con oltre un milione di euro, poi Grande Sud con più di 700,000, il Movimento per l’Autonomia 1 milione e 200,000, Futuro e Libertà 629 mila. Pdl e Pid invece non hanno ancora reso noto le proprie spese ma si stimano cifre superiori ai 500,000 euro ciascuno.
Insomma, la casta non conosce crisi.
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