L’Ars ha dato via libera alla richiesta di referendum per sei quesiti riguardanti l’abrogazione di norme sulla giustizia.
In particolare si tratta: dell’abrogazione del decreto Severino, limiti agli abusi della custodia cautelare, separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti, equa valutazione dei magistrati, responsabilità diretta dei magistrati e riforma del Csm.
“Sono lieto che anche la Sicilia si sia espressa positivamente sulla richiesta di referendum di riforma della Giustizia”. dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
“L’Ars ha appena approvato, con convinzione, la richiesta sui sei quesiti in merito. Si fa così più breve il percorso che porterà al pronunciamento della Corte di Cassazione. Io stesso, come esponente politico del centrodestra, nei prossimi giorni mi recherò nei punti predisposti per la raccolta delle firme, sottoscrivendo la richiesta di referendum per una Giustizia più giusta” conclude.
Soddisfatto anche Presidente dell’Assemblea Regionale siciliana, Gianfranco Miccichè: “Esprimo il mio compiacimento per l’approvazione dei sei quesiti referendari sulla giustizia da parte dell’Assemblea regionale siciliana.
Dopo Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Umbria, la Sicilia è la quinta e determinate Regione che approva i quesiti referendari. Con questo voto i quesiti potranno essere sottoposti alla valutazione della Corte di Cassazione”.
Contrari invece i 5Stelle: “Abbiamo votato no all’iter per la richiesta dei referendum, ma non perché siamo contrari ad un istituto così importante, ma perché avremmo preferito che sulla questione si fosse interpellato il popolo con la raccolta delle firme. La questione, tra l’altro, ha un sapore squisitamente propagandistico, la Lega, se aveva a cuore queste questioni, poteva portarle nelle aule parlamentari nazionali, visto che era al governo”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro.
“I quesiti sulla giustizia- afferma Di Caro – tra l’altro mal si prestano allo strumento referendario. La storia ci insegna che sul primo referendum della storia tra Barabba e Gesù il popolo ha avuto sicuramene un abbaglio”.
“Curioso – conclude Di Caro – vedere in aula Musumeci, evidentemente precettato dalla Lega. Del presidente abbiamo perso le tracce, qui non si vede quasi mai, anche quando in ballo ci sono questioni di importanza vitale per le imprese e per i cittadini”
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