Arresti Santa Maria di Gesù, così venivano eletti i nuovi boss. I carabinieri del R.o.s. e del comando provinciale di Palermo stanno eseguendo una misura cautelare, emessa dalla procura distrettuale antimafia di palermo, nei confronti di 27 indagati per associazione mafiosa, estorsione, esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine condotta dal R.o.s. nei confronti della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù.
L’indagine ha consentito di accertare il processo di riorganizzazione interna del sodalizio e la pervasiva capacita’ di infiltrazione del tessuto economico locale.
Ricostruito l’organigramma degli associati e individuando gli attuali vertici, designati attraverso un vero e proprio meccanismo elettorale cui partecipavano gli uomini d’onore.
Le attività tecniche svolte nell’ambito dell’indagine Falco hanno consentito di individuare con precisione ruoli, gerarchie, dialettiche e controversie della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù, nonché di documentare diversi reati fine commessi dagli indagati.
In particolare è stata documentata un’attività tipica di cosa nostra, in passato descritta soltanto dai primi collaboratori di giustizia, ovvero l’elezione dei rappresentanti mediante un sistema elettivo a cui hanno aderito tutti gli uomini d’onore della famiglia.
Attraverso lo stretto monitoraggio degli affiliati, a settembre del 2015 sono state documentate le fasi precedenti, concomitanti e successive ad una importante riunione svoltasi il 10 settembre 2015 presso un ristorante palermitano durante la quale sono state formalizzate le cariche interne della famiglia di Santa Maria di Gesù.
Le procedure di elezione, ad imitazione delle vere competizioni politiche, come specificano gli inquirenti sarebbero tuttora basate su una preliminare attività di propaganda a favore dei candidati.
Dopo l’attività di propaganda è stata svelata la vera e propria elezione. Essa avveniva attraverso il voto di tutti gli affiliati che esprimerebbero la preferenza a scrutinio palese (“ad alzata di mano… per vedere l’amico”) anche se nel passato si ricorreva ad urne consegnate ai capodecina per la raccolta tra i soldati.
La procedura elettiva avverrebbe oggi solo per le cariche di capofamiglia/reggente e consigliere, mentre le nomine per i ruoli disottocapo e capodecina sarebbero riservate allo stesso principale in precedenza eletto.
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