Arresti per mafia a Misilmeri e Belmonte Mezzagno: nove in manette
I carabinieri hanno eseguito questa mattina un’ordinanza cautelare in carcere nei confronti di nove persone nel mandamento mafioso di Misilmeri e Belmonte Mezzagno.
“Esprimo il mio apprezzamento al nucleo investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo e alla Dda per aver disarticolato l’intera famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno. Questa operazione conferma, ancora una volta, la grande presenza dello Stato sempre pronto, grazie ad importanti e puntuali attività di indagine, ad arginare il potere mafioso. Continuare a colpire la forza militare e il potere economico di Cosa Nostra è indispensabile per garantire libertà e democrazia”, è la dichiarazione del sindaco metropolitano, Leoluca Orlando, in merito all’operazione “Limes”.
Per tutti i soggetti si ipotizzano i reati di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione, questi ultimi aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.
Si tratta di un’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, e avviata nel gennaio 2020, dopo tre omicidi e un tentato omicidio a Belmonte Mezzagno. Furono uccisi Vincenzo Greco, manovale di 36 anni, il commercialista Antonio Di Liberto, 49 anni, e il commerciante Agostino Alessandro Migliore, 45 anni, fratello di Giovanni Migliore, ritenuto uomo d’onore. Il tentato omicidio fu quello di Giuseppe Benigno che avvenne in pieno giorno e in centro.
A seguito di questi fatti di sangue la “gestione” del mandamento di Belmonte Mezzagno sarebbe passato in mano ad Agostino Giocondo che avrebbe cercato di mantenere l’ordine sul territorio, risolvere le controversie tra i privati e si sarebbe occupato del sostentamento dei detenuti. Giocondo avrebbe fatto restituire anche la refurtiva rubata ad un commerciante. Il clan poteva inoltre contare su un arsenale di armi ritrovate e sequestrate dai carabinieri nel corso dell”operazione.