Arresti mafia, blitz dei carabinieri: smantellata cupola a Palermo
Arresti mafia a Palermo. Smantellata cupola della mafia, 46 arresti tra i nuovi vertici di Cosa Nostra: tra loro Settimo Mineo, erede di Riina.
Era dal 1993 che gli esponenti delle famiglie mafiose non si riunivano per eleggere un nuovo capo, ma lo scorso 29 maggio alcuni tra i più imponenti boss di mafia si sono resi irreperibili e si sono riuniti per fare di Settimo Mineo il loro nuovo boss.
Nuova cupola della mafia: Settimo Mineo era il nuovo boss
Mineo è un volto conosciuto di Cosa Nostra, già nel 1982 aveva rischiato la vita ma a morire fu il fratello Giuseppe, sei mesi dopo l’assassinio dell’altro fratello, Antonino. Settimo si era distinto per la sua diplomazia e aveva stretto un buon rapporto con Totò Riina.
Tirato in causa e indicato come esponente mafioso da Leonardo Vitale, Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno, fu arrestato al primo maxi processo e condannato ad una detenzione di 7 anni, ridotta in appello a 5 e 4 mesi, riarrestato nel 2006 ha scontato altri 11 anni, ma non si è mai pentito, non ha mai fatto un passo in dietro.
Una volta scarcerato ha impiegato poco a diventare una figura di riferimento per tutte le famiglie mafiose, specie dopo la morte di Riina.
Ottant’anni, ufficialmente gioielliere di un’attività di Corso Tukory, la sua ascesa nei nuovi anni della mafia è stata bloccata dai carabinieri.
Arresti mafia: i carabinieri smantellano la cupola e arrestato 46 persone
La riorganizzazione della gerarchia mafiosa è stata prontamente smantellata, coinvolti anche due influenti uomini d’affari palermitani, che si riferivano ai boss per risolvere i loro problemi.
Il maxiblitz stamane all’alba, per opera dell’antimafia. I carabinieri hanno raccolto per mesi, intercettazione, l’operazione è stata coordinata dal colonello Antonio di Stasio, e dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e da Maurizio Agnello, Francesca Mazzocco, Amelia Luise, Dario Scaletta, Gaspare Spedale e Bruno Brucoli.
Pare che Mineo non utilizzasse telefoni cellulari per timore di essere intercettato e che camminasse molto a piedi per evitare di prendere l’automobile.
Aveva anche programmato un viaggio in America per gestire i rapporti col continente, gli era stato anche rilasciato il passaporto ma non gli è stato concesso il visto.
La direzione distrettuale antimafia di Palermo ha disposto fermi per tutti i soggetti coinvolti con l’accusa di associazione a delinquere per tipo mafioso, estorsioni consumate e tentate, favoreggiamento all’associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni aggravata, porto abusivo di armi da sparo, concorso esterno in associazione mafiosa e danneggiamento a mezzo incendio.