Arrestato per concussione il sindaco di Priolo, Pippo Gianni

Il sindaco di Priolo Gargallo (Siracusa), Pippo Gianni, 77 anni, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di concussione. L’esecuzione della misura è avvenuta questa mattina e sono state svolte delle perquisizioni presso l’abitazione dell’indagato e degli uffici comunali nella sua disponibilità, con la collaborazione di militari del nucleo Pef della Guardia di Finanza.

Gianni, ex parlamentare nazionale e regionale, ed ex assessore regionale, è stato rieletto sindaco della città della zona industriale nel 2018, dopo aver ricoperto l’incarico di primo cittadino di Priolo dal 1984 al 1991. Gianni aveva aderito ad agosto a “Lega Sicilia – Prima l’Italia.

Secondo l’accusa, avrebbe utilizzato anche un atteggiamento di minacce nei confronti dei funzionari. Il primo cittadino è accusato di istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici. Per alcuni dei reati contestati, secondo i pm, Gianni avrebbe agito in concorso con altri persone sia nel settore del privato sia pubblici ufficiali, che sono stati denunciati.

Dalle intercettazioni, per i magistrati è emerso che “il sindaco, nel corso di colloqui con alcuni dirigenti dell’area industriale, minacciava l’effettuazione di penetranti controlli e verifiche, nell’esercizio delle competenze attribuite al Comune nel settore ambientale, nonché l’irrogazione di sanzioni pecuniarie alle aziende che gli stessi rappresentavano, qualora non avessero assecondato le sue richieste”.

“Avrebbe inoltre disposto l’annullamento di sanzioni al codice della strada, elevate a privati che hanno richiesto un suo intervento, alterando il contenuto dei verbali, in concorso con personale del Comando della Polizia municipale di Priolo”.

Pippo Gianni è stato già coinvolto in un’inchiesta giudiziaria: arrestato nel 1980 venne assolto. E poi una presunta concussione ai danni di un imprenditore ed anche in quel caso Gianni venne assolto ed ottenne un risarcimento per ingiusta detenzione. Il denaro fu donato in beneficienza.