Arrestato Matteo Messina Denaro, il boss mafioso è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. È quanto apprende l’Ansa da fonti qualificate.
Matteo Messina Denaro sarebbe stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo dove si era recato “per sottoporsi a terapie”. Lo dice il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto dopo l’arresto del boss compiuto dagli uomini del raggruppamento speciale assieme a quelli del Gis e dei comandi territoriali. I dipendenti della clinica (da quanto apprende Italpress) sono stati bloccati questa mattina all’ingresso del posto di lavoro e non sono stati fatti entrare. Sono stati notati numerosi agenti all’ingresso.
L’arresto arriva a trent’anni dall’arresto a Palermo i Carabinieri di Salvatore Riina arrestato a Palermo il 15 gennaio del 1993 dopo 24 anni di latitanza. Il primo passo della offensiva dello Stato contro Cosa nostra dopo le stragi del ’92 in cui caddero i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino assieme agli agenti di scorta. Salvatore Riina è rimasto in carcere fino alla sua morte avvenuta il 17 novembre 2017; era di venerdì, come il giorno del suo arresto. Di tutti i suoi crimini non ha mai fatto nessuna ammissione.
Messina Denaro ha sessant’anni ed era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, era latitante dall’estate del 1993.
Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.
Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga decennale. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.
Photo Credits: ANSA
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