Arrestato dai carabinieri, Giovanni Vitale, ritenuto dagli inquirenti il capomafia di Resuttanza, quartiere popolare di Palermo. Latitante da due mesi, si nascondeva in una abitazione-casolare tra Montelepre e Giardinello.
Le indagini della Procura Distrettuale di Palermo, diretta dal procuratore Francesco Lo Voi, coordinate da Vittorio Teresi, Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia, hanno portato i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo a individure e catturare Giovanni Vitale, palermitano, classe 1969, noto come “il Panda”, affiliato alla locale famiglia mafiosa di Resuttana. Era insieme al suo fiancheggiatore, il palermitano Salvatore Billeci, classe 1984, operaio incensurato, che, alla vista dei militari, tentava la fuga attraverso una finestra sul retro dello stabile.
All’operazione hanno partecipato circa 50 Carabinieri per la cinturazione del casolare, supportati dall’alto da un elicottero dell’Elinucleo CC di Bocca di Falco.
Vitale era delegato alla gestione delle estorsioni, alle dirette dipendenze di Giuseppe Fricano, già reggente del mandamento mafioso di Resuttana.
Nel 2014, nell’ambito dell’operazione “Apocalisse”, veniva eseguito un provvedimento restrittivo nei confronti di più di cento indagati, ritenuti responsabili, a diverso titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata e continuata, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, rapina, detenzione illegale di armi e munizioni, danneggiamento e incendio, tutti reati aggravati dalle modalità e finalità mafiose, consentendo di ricostruire l’organigramma delle famiglie mafiose di San Lorenzo, Partanna Mondello e Resuttana, nonché di accertare la “nascita” della nuova famiglia mafiosa Pallavicino/Z.E.N.
In quel contesto, VITALE Giovanni era responsabile di due vicende estorsive aggravate e continuate, in concorso, commesse nel 2012.
In passato, era stato già arrestato per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e per tentata estorsione, e nel 2016, si è reso inoltre responsabile di diverse violazioni agli obblighi inerenti alla Sorveglianza Speciale. Dall’ 11.10.2016 era di fatto irreperibile presso il suo domicilio, non ottemperando alla prescrizione relativa all’obbligo di presentazione presso le forze di polizia.
In data 15.12.2016, la Corte di Appello di Palermo emetteva il decreto che ne ha dichiarato il suo “stato di latitanza”.
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