Su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di R.P., catanese classe 1980. Il provvedimento è stato emesso il 18 marzo 2025 dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Catania.
Secondo l’accusa, accolta dal GIP, R.P. è gravemente indiziato del reato di atti persecutori aggravati nei confronti della sua ex convivente. È importante sottolineare che, in questa fase preliminare, vale la presunzione di innocenza fino a una sentenza definitiva di condanna.
L’inchiesta trae origine da un grave fatto di sangue avvenuto a Catania il 2 marzo 2025, quando R.P. è stato ferito con più colpi di arma da fuoco all’addome e agli arti inferiori. Gli autori dell’aggressione, S.G. e S.A.M., padre e figlio, sono stati fermati il 5 marzo con l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, detenzione e porto illegale di un’arma da fuoco e ricettazione di un’arma clandestina.
L’agguato sarebbe scaturito da un violento litigio riconducibile a vecchi dissapori personali tra gli arrestati e R.P., legati a presunti comportamenti inopportuni di quest’ultimo nei confronti della donna. La vittima, infatti, era stata in passato compagna di S.G. e madre di S.A.M.
Il 10 marzo 2025, la vittima ha presentato una denuncia-querela contro R.P. presso la III Sezione Investigativa della Polizia, specializzata in reati contro la persona, minori e reati sessuali. La donna ha descritto dettagliatamente gli atti persecutori subiti, che si sarebbero protratti per tutto il periodo della loro convivenza e persino durante le detenzioni di R.P., caratterizzate da continue minacce di morte.
Dopo la scarcerazione avvenuta nel gennaio 2025, le condotte persecutorie sarebbero proseguite con telefonate incessanti a ogni ora, insulti, appostamenti sotto casa e divieti oppressivi. Anche durante il ricovero ospedaliero, successivo al suo ferimento, R.P. avrebbe continuato a tormentare la donna con messaggi vocali minacciosi, coinvolgendo perfino il figlio minore.
Il 20 marzo 2025, R.P. è stato rintracciato presso la sua abitazione in via Capo Passero, nel quartiere San Giovanni Galermo. Dopo le formalità di rito, è stato trasferito presso il carcere di Piazza Lanza.
Le indagini proseguono per fare piena luce sulla vicenda, mentre la vittima riceve il supporto delle autorità competenti per garantirne la sicurezza e il sostegno psicologico.
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