Arrestata dipendente della Confidi di Palermo per furto e auto-riciclaggio

Su delega della locale Procura della Repubblica, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo con la quale è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di una donna responsabile dei reati di furto, e del successivo autoriciclaggio e reimpiego di denaro in attività di impresa, nonché il sequestro preventivo delle somme provento dei reati. 

Il destinatario del provvedimento cautelare è Lo Re Ivana, 62 anni, all’epoca dei fatti dipendente amministrativa di un CONFIDI di Palermo, ente che si occupa di favorire l’erogazione di finanziamenti alle imprese consorziate, che a tal fine versano quote associative, tramite la sottoscrizione di convezioni con banche e istituti di credito.

Le indagini condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Mercato Capitali hanno messo in luce l’attività criminosa posta in essere dall’indagata, la quale, avendo la disponibilità delle password di accesso ai conti correnti on-line del consorzio, ha eseguito illegittime disposizioni di bonifici per oltre 200.000 euro. 

Il disegno criminoso ideato era particolarmente insidioso, in quanto l’indagata, approfittando delle proprie mansioni, alterava le scritture contabili relative ai vari mandati di pagamento disposti dall’Ente a favore dei propri associati, predisponendo numerosi bonifici che recavano destinatario e causali formalmente corretti, ma che contenevano coordinate bancarie corrispondenti in realtà ai rapporti di conto corrente riconducibili a se stessa ai propri familiari e alle imprese a loro riconducibili.

In tal modo i fondi sottratti al CONFIDI sono stati utilizzati per finanziare le società di famiglia, nonché per coprire costi, spese di locazione e contratti di finanziamento.

Proprio dalla denuncia di un destinatario di un rimborso mai pervenuto, sono scattate le indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, che contesta i reati di furto aggravato, autoriciclaggio e reimpiego di capitali illeciti a sei indagati, tra i quali, oltre l’arrestata, figurano tre familiari e due società loro riconducibili che gestiscono noti locali della movida palermitana operanti nel settore della ristorazione.

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