Approvato l’accordo Stato- Comune, accesso a un fondo per evitate il default

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che contiene lo schema del cosiddetto Patto con lo Stato. Si tratta di un’intensa che consente al Comune di Palermo di accedere a uno stanziamento pluriennale di circa 180 milioni di euro complessivi per provare a salvare dal default le casse di Palazzo delle Aquile. L’atto è passato con 17 voti favorevoli, 11 astenuti e 2 contrari.

Critiche le opposizioni in quanto lo strumento prevede una serie di misure anche in tema di tasse, riscossioni e personale.

Il sindaco, Roberto Lagalla: “L’approvazione in Consiglio comunale del Patto con lo Stato chiude il complesso percorso di riposizionamento del Comune di Palermo su binari di regolarità gestionale e correntezza finanziaria in un’ottica di recupero delle funzioni urbane fin qui compresse dalla mancata approvazione dei bilanci. Ringrazio l’Aula per l’impegno profuso e per il senso di responsabilità dimostrati in questo primo semestre di intensa attività amministrativa. Confido che con lo stesso spirito di leale collaborazione istituzionale, una volta sottoscritto il Patto con lo Stato, si possa speditamente procedere alla riformulazione del Piano di riequilibrio e all’approvazione del documento contabile 2023/2025 con l’obiettivo di ripristinare la piena funzionalità della macchina comunale. In conclusione, ritengo che non aver consegnato Palermo all’onta del dissesto sia stata la scelta più giusta a garanzia della città e a tutela dei palermitani”.

ILvicesindaco e assessore al Bilancio, Carolina Varchi: “Questo accordo con lo Stato tiene conto delle specificità del Comune di Palermo e siamo fiduciosi sul fatto che, potendo rimodulare il Patto anno per anno e aumentando la capacità di riscossione dei tributi del Comune, potremo essere in grado di sterilizzare anche gli aumenti dell’Irpef dei prossimi anni, esattamente come questa amministrazione ha già fatto, evitando di mettere mano alle tasche dei palermitani per 100 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023”.

Critiche le opposizioni

I consiglieri del Movimento 5 Stelle, Antonino Randazzo,  Concetta Amella e Giuseppe Miceli:”Il nuovo accordo con lo Stato approvato dalla maggioranza che sostiene Lagalla non registra alcun aiuto da parte del Governo Meloni per la città di Palermo. Nessun Salva Palermo o i milioni sbandierati in campagna elettorale.  Restano invece gli aumenti all’addizionale IRPEF a partire dal 2023 che diventeranno quasi il doppio dal 2026 con l’aliquota Irpef all’1,4%! Il Sindaco Lagalla decide così di aumentare le tasse ai palermitani già tartassati dal caro bollette e gasolio”.

Il consigliere Leonardo Canto (gruppo “Azione con Calenda”): “Con l’approvazione da parte del consiglio comunale della bozza di accordo con lo stato viene perpetrato un grave danno alla città di Palermo. L’amministrazione attiva infatti ha sottoposto al consiglio un accordo i cui principi essenziali sono i medesimi di quelli sostenuti dalla scorsa giunta ed avverso i quali ci eravamo battuti fin da allora.
Questo accordo prevede infatti il trasferimento da parte dello stato a beneficio del comune di Palermo sempre della somma di 180 milioni di euro, ovvero la somma identica a quella prevista nel piano di riequilibrio della giunta Orlando.

Parimenti in tale bozza di accordo permangono gli aumenti dell’addizionale Irpef per i prossimi 20 anni, aumenti che vanno ben oltre la soglia prevista dalla legge arrivando anche al’ 1,32 annui. Tali percentuali sono suscettibili di ulteriori aumenti anche nel caso che le ottimistiche valutazioni relative alla riscossione (un aumento della riscossione progressivo di 8 milioni di euro l’anno per i prossimi 20 anni) non si verifichino.

L’aumento dell’addizionale Irpef genererà piuttosto una “fuga” dei contribuenti, autonomi e partite Iva, verso i paesi limitrofi. Coerentemente con il voto già espresso in occasione dell’approvazione del piano di riequilibrio proposto dalla giunta Orlando pertanto Azione ha manifestato la propria astensione”.