“Sono stati fatti passi avanti del Governo nazionale verso la realizzazione del Piano agrumicolo nazionale, adesso attendiamo la convocazione delle organizzazioni al tavolo del Ministro”. Questa la dichiarazione della Cia, lanciato da Catania.
“Aspettiamo quanto prima che il ministro Martina convochi le organizzazioni di categoria per proseguire nel percorso di attuazione del Piano Agrumicolo nazionale, siamo soddisfatti della sollecitazione dell’assessore Cracolici”. A dichiararlo soddisfatto è il presidente provinciale di Cia Catania, Giuseppe Di Silvestro, commentando la notizia della richiesta ufficiale dell’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici al ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina di attuare il piano agrumicolo nazionale, già annunciato lo scorso ottobre durante un tavolo di lavoro istituito proprio presso il Dicastero.
“Siamo riusciti a richiamare l’attenzione del Governo nazionale su una questione che da anni sollecitiamo, arrivando al tavolo ministeriale con una proposta unitaria, supportata dall’assessorato regionale – ricorda Di Silvestro – e siamo soddisfatti anche di come la nostra proposta stia proseguendo nella giusta direzione, quella di utilizzare 50 milioni di euro ogni anno per cinque anni, in modo da poter riconvertire ogni anno circa 6 mila ettari di terreno coltivato ad agrumi; questo potrebbe essere un primo cambio di rotta ed una prima risposta finalizzata a favorire una vera e propria rinascita di un territorio che vuole essere sempre più competitivo e all’altezza delle nuove sfide”.
“Il Governo nazionale deve puntare sul rilancio dell’agrumicoltura siciliana perché torni ad essere fiore all’occhiello italiano e dell’area mediterranea – commenta il presidente Di Silvestro – e affiancare le aziende nel complesso processo di innovazione, necessario e non più rinviabile, con finanziamenti e seria programmazione, affinché possano esse competere nei nuovi mercati internazionali”.
“La nostra Regione, e Catania in particolare, è per la maggior parte caratterizzata da estese coltivazioni di agrumi, e deve fare i conti non soltanto con il virus della tristezza che di fatto ha già distrutto decine di migliaia di ettari, ma anche con i nuovi viroidi in arrivo”. “Le fitopatie vanno fermate intanto regolando le importazioni di materiale e adottando i criteri di prevenzione e che sono già scritti ma che non vengono rispettati, dal punto di vista commerciale occorre un piano agrumicolo che incentivi un’aggregazione virtuosa sul territorio e forzi le industrie italiane a privilegiare l’utilizzo degli agrumi italiani”. “Alla Regione, chiediamo di fare la propria parte – conclude Di Silvestro – attivando immediatamente quella parte del PSR che si occupa delle fitopatie, la misura 5.2, di cui lo stesso Cracolici ha assicurato la pubblicazione entro l’estate ma noi chiediamo uno sforzo in più per farlo entro i prossimi giorni”.
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