Anziani sempre più poveri in Sicilia, l’82% vive con meno di 600 euro
Palermo, 17 dic. – La povert’ dilaga tra i pensionati siciliani. A Palermo gli over 65 sono 253.285 e la media delle pensioni non supera i 667 euro mensili, stessa situazione a Trapani, dove su 95mil…
Palermo – La povertà dilaga tra i pensionati siciliani. A Palermo gli over 65 sono 253.285 e la media delle pensioni non supera i 667 euro mensili, stessa situazione a Trapani, dove su 95mila pensionati, 64.800 percepiscono una pensione al di sotto dei 500 euro. Più in generale in Sicilia i pensionati sono 1.013.803, con una media di 676 euro e ben l’82% delle pensioni dell’Isola non supera la soglia fra i 500 e i 750 euro, uno dei dati regionali peggiori d’Italia.
La fotografia della condizione degli over 65 ‘ emersa durante il Consiglio direttivo della Federazione Pensionati della Cisl Palermo Trapani, che si tiene nei locali dell’aula consiliare del Comune di Monreale (Palermo), alla presenza del segretario nazionale Fnp Cisl, Loreno Coli, del segretario regionale Fnp Sicilia, Alfio Giulio, e del segretario Cisl Palermo Trapani, Mimmo Milazzo. Dal sindacato arriva cos’ la richiesta di modifica della legge di stabilità, che passi attraverso l’indicizzazione delle pensioni.
“Una richiesta rimasta inascoltata negli anni – dice Mimmo Di Matteo, segretario Fnp Cisl Palermo Trapani -, che ora più che mai, con l’aumento delle aliquote Irpef, le addizionali comunali, la Tares, l’Imu e la tassazione locale, appare quanto mai necessaria. E’ ora di intervenire ormai buona parte degli anziani vive al di sotto della soglia di povertà’.
Le parti sociali chiedono la salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni attraverso l’applicazione del meccanismo dell’indice prezzi al consumo armonizzato, già in atto per salari e retribuzioni, e l’estensione della quattordicesima mensilità. “Le politiche sociali vanno potenziate con un Fondo unico regionale che raccolga e programmi tutte le risorse in modo che vengano spese al meglio e con obiettivi più precisi e mirati – conclude Giulio -. Le risorse per le politiche sociali previste dalla finanziaria sono sempre di meno, i comuni dispongono di pochi fondi e di contro il bisogno si allarga”.