In Commissione Affari Istituzionali si sono accavallate due riforme: quella sulle provincie e quella sulle città metropolitane. Oggi in prima Commissione sono stati presentati 18 disegni di legge. Tre disegni di legge governativa su tre temi: liberi consorzi, trasferimento di funzioni e città metropolitane. Il governo ne ha presentati tre, ma domani ne dovrebbe presentare un altro che li unisce. Tra i ddl più importanti c’è quello presentato da Antonello Cracolici e quello di segno opposto presentato da Nello Musumeci, che sostanzialmente che vuole mantenere le province. Domani alle 11 si riunirà nuovamente la Commissione per decidere quale ddl presentare in aula. “Domani decideremo quale testo prendere come riferimento – chiarisce il presidente Antonello Cracolici -sapendo che è una riforma ordinamentale importantissima sulla quale sarà necessaria una larga condivisioni a cominciare dai territori e dagli amministratori”.
Il ddl di Cracolici ha tre punti: l’ istituzione delle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina sugli attuali confini delle città. Per esempio Palermo all’interno dei suoi confini sarà area metropolitana, mentre tutto ciò che era di competenza della provincia o della regione diventerà della città metropolitana. I comuni dell’interland palermitano avranno un periodo di tempo per decidere se aderire alla città metropolitana o meno. Il Secondo punto del ddl prevede l’istituzione di 9 liberi consorzi in Sicilia individuati così: Palermo sarà città area metropolitana mentre gli 82 comuni diventeranno area metropolitana. Mentre le province che non sono Palermo, Catania e Messina il libero consorzio è unico Enna rimane il libero consorzio di Enna con la città di Enna compresa. Il terzo punto del ddl di Cracolici prevede che i liberi consorzi Consorzi avranno governace di secondo livello eletti dai sindaci che saranno 8 e uno dei sindaci sarà il presidente dei liberi consorzi.
Il ddl del governo prevede un possibile aumento di numero di liberi consorzi. La forbice della popolazione dei liberi consorzi che va 150mila a 500 mila abitanti. Potrebbero essere nove i consorzi ma anche 20.
“Do atto che il presidente della I commissione Ars, Antonello Cracolici, abbia presentato un ddl, diverso da quello del governo, che fissa a nove i liberi consorzi tra comuni, mentre proprio Crocetta nel suo ddl ne consente un numero spropositato che supera la quota di venti”. Così afferma Vincenzo Figuccia, vice presidente della I commissione Ars.
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