Antibiotico resistenza: priorità globale. In Sicilia urge migliorare i protocolli ospedalieri
l dato emerge dal sondaggio proposto a medici ed altri professionisti sanitari in occasione del meeting Across, tenutosi ad Aci Castello, con i più accreditati esperti del settore
Aci Castello, 16 settembre ’21 – Si è svolto martedì scorso, al Four Points by Sheraton di Aci Castello, il meeting “Across” (Antimicrobial Stewardship Sicilia) evento dedicato all’analisi del fenomeno dell’antibiotico resistenza in Sicilia. Un tema che recentemente è stato anche al centro del G20 della Salute, tenutosi il 5 e 6 settembre a Roma, in occasione del quale la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides ha definito il fenomeno dell’antibiotico resistenza una “pandemia silenziosa” e una “minaccia sempre presente”.
A confrontarsi sul fenomeno in Sicilia un board medico scientifico di altissimo livello, fra cui Pasquale Cananzi, responsabile del centro regionale di farmacovigilanza e vaccinovigilanza; Carmelo Iacobello, direttore del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Cannizzaro di Catania; Stefania Stefani, presidente della Società Italiana di Microbiologia; Antonino Giarratano, presidente della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva. Ed ancora Bruno Cacopardo, direttore del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Garibaldi di Catania; Barbara Busà, responsabile della gestione dei farmaci e del risk sharing farmacologico al Garibaldi di Catania; Antonio Cascio, direttore U.O.C. malattie infettive del Policlinico di Palermo; Arturo Montineri, direttore del reparto di malattie infettive del San Marco di Catania; Giuseppe Murolo, dirigente medico della direzione sanitaria dell’ARNAS Garibaldi; Giuseppe Nunnari, direttore U.O.C. di malattie infettive del Policlinico di Messina; Piera Polidori, direttrice dell’U.O.C. di Farmacia di Villa Sofia – Cervello e Giuseppe Virga dirigente del servizio qualità e governo clinico dell’assessorato regionale della Salute. A moderare l’evento, proposto da Lisciotto Congressi e realizzato con il supporto incondizionato dell’azienda farmaceutica Shionogi, la giornalista di biomedicina e salute Maria Grazia Elfio.
I DATI DEL SONDAGGIO
Nel corso dell’incontro sono stati esposti i risultati di un sondaggio proposto ad 80 professionisti sanitari della Regione Sicilia al quale hanno risposto il 40% degli invitati (quasi tutti medici infettivologi). Dalle risposte emerge che oltre l’80 % degli intervistati ritiene sia molto importante, prima dell’uso di un antibiotico, consultare i dati locali sull’antibiotico-resistenza.
Ma emerge anche che più della metà degli intervistati non dispone di un rapporto annuale, contenente i dati locali sull’antibiotico resistenza, da consultare. Emerge inoltre che non tutti i reparti e le aziende hanno una figura di riferimento per l’uso appropriato degli antibiotici, mentre il 75,8 % degli intervistati dichiara che non c’è una procedura formale che rivaluti l’appropriatezza degli antibiotici nelle 48/72 ore successive alla prima prescrizione e somministrazione.
Alla domanda: “Il laboratorio di microbiologia della sua organizzazione offre servizi di diagnostica rapida per l’identificazione dei patogeni e delle resistenze?”Il 30 % degli intervistati dichiara che nel proprio ospedale non c’è un procedimento di diagnostica rapida per l’identificazione dei patogeni e delle resistenze. Ed ancora più della metà degli intervistati dichiara che non ci sono protocolli aziendali di riferimento per la terapia antibiotica empirica nei pazienti ospedalizzati.
Alla domanda: “Nella sua organizzazione è adottata una lista specifica di antibiotici per i quali è richiesta una pre-autorizzazione alla prescrizione da parte di un farmacista o altro soggetto autorizzato?” Il 78,8% delle risposte mostrano l’esistenza di una valutazione preliminare sull’appropriatezza, ma rimane un 21,2 % di intervistati a dichiarare che nella propria struttura ospedaliera non ci sono liste specifiche di riferimento per le quali è richiesta una pre-autorizzazione alla prescrizione da parte di soggetti autorizzati.
Quanto alla nuova generazione di antibiotici attivi ed efficaci nei confronti di batteri “Gram-negativi” multi resistenti (quelli più pericolosi per le infezioni ospedaliere) il 100 % degli intervistati dichiara l’importanza della loro introduzione nell’armamento terapeutico delle strutture sanitarie.
Infine, nonostante non manchino delle linee guida regionali e ministeriali, emerge una eccessiva frammentazione e diversificazione dei trattamenti terapeutici adottati per le infezioni ospedaliere. Un dato che rivela quanto sia necessario adottare nelle strutture ospedaliere un modello organizzativo con protocolli di screening e test diagnostici rapidi, come ausilio nella scelta di utilizzo tempestivo di antibiotici di nuova generazione ed in particolare nei casi di pazienti critici e fragili in cui si sospetta una infezione da Gram negativo multiresistente.
Da ciò si evince la necessità di una attuazione di un piano di miglioramento degli attuali percorsi diagnostico-terapeutici. Dato confermato dal 100% degli intervistati che sottolineano la necessità di avere a disposizione un PDTA o precise linee guida per la gestione dei pazienti, in particolare quelli con infezioni gravi.