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Animaphix, sabato l’inaugurazione di “Come se fosse ieri”

Animaphix, festival dedicato al cinema d’animazione autoriale, giunge alla sua quarta edizione e sarà in programma dal 18 al 22 luglio a Bagheria presso la settecentesca Villa Cattolica, sede del Museo Guttuso. Darà ampiamente spazio alla contaminazione tra le arti, riservando una particolare attenzione all’illustrazione.

Sarà inaugurata sabato 7 luglio alle ore 18.30 “Come se fosse ieri”, la personale dedicata al percorso artistico di Marco Cazzato, eclettico illustratore italiano che non ama lasciarsi incastrare in nette definizioni. La mostra, che anticiperà il festival e lo accompagnerà durante tutta la sua durata, è curata da Giulia Cali. Come se fosse ieri presenterà le tavole di 8 e mezzo, illustrazioni originali del remake dell’omonimo film di Fellini (progetto TINALS – This is not a love song, 2017); quelle di Album (GRRRz Comic Art Books, 2016); le tavole originali del libro illustrato Mood (Grrrzetic Editore, 2010); il racconto di sei illustrazioni Rizoma (2009) in collaborazione con Maiko (per i testi), realizzato per il progetto Blog E Nuvole promosso dalla Triennale di Milano, edito successivamente da Comma 22, insieme a una selezione della sua produzione editoriale. In mostra anche il manifesto che Cazzato ha realizzato per l’edizione 2018 di Animaphix, lavoro che con tratti essenziali rievoca un passato carico di fascino, in linea con il mondo visionario e nostalgico dell’autore.

Animaphix: Come se fosse ieri

Come se fosse ieri è un istante nostalgico in cui i cimeli del passato si rivestono di nuovi significati, è lo sguardo che si proietta in una vecchia fotografia e che fa sospirare: “Io questo me lo ricordo come se fosse ieri”.

La mostra è interamente dedicata al percorso artistico di Marco Cazzato che attraversa magistralmente il terreno inesplorato della mente umana trasformandolo in un mondo a volte surreale, altre metafisico. Le sue illustrazioni si configurano come associazioni impossibili nella realtà, che però si trovano sempre in uno spazio intermedio tra il credibile e l’incredibile, in un intervallo di tempo in cui la mente umana gioca con i nostri ricordi, falsandoli e restituendoli in forme sempre nuove. L’elemento reale non manca mai, ma sempre seguito dall’incredibile. Il luogo del “se” è il posto dove Cazzato ha accuratamente nascosto i suoi ricordi. Così come le sue figure riemergono dai supporti precedentemente dipinti di nero, così i ricordi riaffiorano in un istante in cui tutto sembrava dimenticato, imperscrutabili frammenti di una attitudine inquieta.

Mauro Cazzato e il suo Album

Il nucleo centrale della mostra ruota intorno ad Album (2016), il suo ultimo silent book, in cui le illustrazioni prendono vita dai ricordi di vecchie fotografie in bianco e nero trovate nei mercatini d’antiquariato e raccolte per anni in piccole scatole, come tracce memoriali di un passato comune in cui tutti possono riconoscersi.
Negli interstizi del suo linguaggio figurano infatti immagini quotidiane, le classiche fotografie da album di famiglia, mera testimonianza di un vissuto, eppure in tutte le sue illustrazioni si interpone sempre un elemento incomprensibile, un vuoto colmato da un disturbo che procura incertezza, un salto nel buio dentro una dimensione spaziotemporale che così come inquieta, in egual modo affascina.

Cazzato rende visibili e percepibili gli intervalli del pensiero che ci rendono umani, tira fuori dalle sue tavole nere immagini che nella realtà non esistono, perché i ricordi non sono mai autentici bensì sempre falsati dalla percezione di quell’attimo già vissuto. Come se fosse ieri è dunque la possibilità di comprendere che il ricordo del passato non è il passato stesso: quell’istante nostalgico potrebbe rinascere com’era oppure, più probabilmente, trasformarsi in qualcosa d’altro.

Matteo Fernandez

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