L’Assemblea dei sindaci siciliani, svoltasi ieri pomeriggio in videoconferenza, per valutare l’evoluzione della pandemia sui territori ha ribadito la necessità di chiarezza sul rapporto esistente fra la normativa nazionale e quella regionale con riferimento alle conseguenze derivanti dalla istituzione di zone gialle, arancioni e rosse e alle condizioni giuridiche per emanare le eventuali ordinanze sindacali.
Ha inoltre ribadito la necessità di avere a disposizione, Comune per Comune, dati certi e aggiornati sul numero dei contagiati e dei vaccinati e sulla eventuale incidenza dei ricoveri sulle strutture sanitarie per evitare il ripetersi dello stato di incertezza e di preoccupazione dei giorni scorsi.
“In tale incerto contesto, come amministratori abbiamo assistito alla crescente preoccupazione da parte del mondo scolastico e dei nostri concittadini per l’incremento esponenziale dei contagi ed abbiamo evidenziato con forza in una nota ufficiale e nel corso dell’ultima riunione della task force sulla scuola, l’assenza dei dati sull’andamento epidemiologico e l’inadeguatezza degli strumenti disponibili nelle strutture scolastiche, come la mancanza di mascherine FFP2 e dei necessari impianti di areazione nelle aule”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
“La posizione assunta da numerosi amministratori che hanno deciso di emanare le ordinanze (ex art. 50 del TUEL) tenendo conto dell’aumento esponenziale dei contagi – continua Orlando – è nata dalla necessità di scongiurare una reale condizione di pericolo che di fatto è poi stata confermata dalle ultime ordinanze del presidente della Regione, Nello Musumeci, che hanno sottoposto a provvedimenti restrittivi anti COVID – 19 e dichiarato in zona arancione, ben 149 comuni siciliani”.
“Chiediamo – conclude il presidente Orlando – inoltre che le altre istituzioni competenti e le autorità sanitarie si attivino per prevenire eventuali situazioni di pericolo rilevando e soprattutto arginando, in tempi rapidi, eventuali focolai”.
Nel corso dell’assemblea è emersa, infine, anche la criticità relativa alla circostanza che alcune ASP, a causa dell’incremento dei contagi, non hanno più provveduto a svolgere il servizio di ritiro dei rifiuti domestici dei cittadini in quarantena. A tal proposito è stato sollecitato il ripristino del servizio di pertinenza delle ASP che, solo in qualche caso, potrà essere svolto dal Comune, previa intesa con l’ASP.
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