Anche la Sicilia in Zona Protetta. La Sicilia si è risvegliata all’interno della zona rossa. Il Governo nazionale ha infatti deciso di estendere la “zona protetta” in tutto il paese, applicando quindi i provvedimenti decisi per la Lombardia anche nelle altre regioni italiane. Secondo il Primo Ministro Conte, che ha annunciato la misura ieri sera in conferenza stampa, si tratta di una scelta di responsabilità necessaria per fronteggiare l’epidemia.
“Tempo non ce n’è, le nostre abitudini vanno quindi cambiate immediatamente”. L’aumento incontrollato dei casi di contagio, e il numero sempre maggiore di pazienti in terapia intensiva, ha convinto il collegio dei ministri ad applicare le nuove regole contro il Coronavirus in tutte le città. L’Italia diventa così il primo paese al mondo ad adottare una misura di questo tipo per rallentare la diffusione del contagio.
L’annuncio di ieri sera ha allarmato parte della cittadinanza. Alcune decine di persone si sono riversate negli unici supermercati aperti anche di notte, a fare scorte alimentari e di beni di prima necessità. Il Governo ha però assicurato che non ci sarà nessuna limitazione né ritardo nei rifornimenti ai supermercati, quindi non bisogna preoccuparsi di rimanere senza cibo a casa.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa prevedono le misure introdotte in Sicilia. Partiamo dagli spostamenti all’interno delle città.
È richiesto di evitare di uscire di casa, per quanto possibile. È consigliato uscire di casa soltanto per andare al proprio luogo di lavoro, o per altre necessità come visite mediche o l’acquisto di beni essenziali. Bisogna però in ogni momento essere in grado di provare il motivo del proprio spostamento, tramite l’autodichiarazione che è possibile scaricare a questo link. La misura vale anche per lavoratori autonomi e collaboratori saltuari.
Non essendoci una zona rossa circoscritta, la Polizia non monterà posti di blocco ma vigilerà sul rispetto della regola. Le forze di polizia potranno verificare le dichiarazioni, e in caso di non veridicità si incorre in reato. Il decreto consiglia, se possibile, di lavorare a distanza o prendere ferie e congedi.
In caso di presenza di febbre, o altri sintomi da infezione respiratoria è assolutamente raccomandato di rimanere in casa e limitare ogni contatto con altre persone.
Molti si chiedono invece se è possibile svolgere attività fisica all’aperto, considerata anche la chiusura delle palestre decisa dal Governo. Uscire per passeggiate o sport all’aperto è ammesso, sempre che si rispettino le distanze di sicurezza (almeno 1 metro), e che si evitino assembramenti di persone. È consigliato per quanto possibile evitare pranzi e visite a parenti o amici, soprattutto se anziani.
Le attività commerciali dovranno rispettare un orario di apertura limitato fino alle 18.00. Potranno però effettuare consegne a domicilio anche dopo quell’ora, curando di limitare al minimo i contatti personali.
Non sono previste limitazioni nel lavoro degli autotrasportatori, che potranno muoversi senza problemi anche se non trasportano beni di prima necessità.
Per quanto riguarda i mezzi pubblici, essi saranno operativi come prima senza restrizioni. Lo stesso vale per taxi e NCC.
Tutti gli esercizi commerciali, così come i mercati all’aperto, possono rimanere aperti solo nel caso in cui sia possibile garantire la distanza minima di sicurezza, e l’ingresso contingentato delle persone. I mercatini rionali non sono quindi sospesi al momento. I generi alimentari possono rimanere aperti anche nel fine settimana, mentre i centri commerciali dovranno chiudere sabato e domenica.
Passiamo adesso ai comportamenti da adottare nel caso in cui si provenga da paesi o regioni considerati a rischio. Secondo quanto ha previsto la Regione Sicilia, chiunque, a partire dal 22 febbraio scorso abbia fatto ingresso in Italia dopo aver
soggiornato in zone a rischio epidemiologico o sia transitato e abbia sostato nei territori della Regione Lombardia e delle
Province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova, Treviso; Asti e
Alessandria, Novara, Verbanio-Cusio-Ossola, Vercelli deve comunicare tale circostanza a:
Per quanto riguarda il Comune di Palermo, la segnalazione va fatta inviando una email agli indirizzi protezionecivile@comune.palermo.it e dipprevenzione@asppalermo.org. Nella mail bisogna specificare nome, età, telefono e indirizzo. Allo stesso tempo bisogna registrarsi online all’indirizzo https://www.costruiresalute.it/covid-19/index.php
Chi rientra in queste condizioni, deve obbligatoriamente rispettare l’isolamento fiduciario nel proprio domicilio per 14 giorni dal giorno di arrivo. È necessario rimanere reperibili per eventuali attività di sorveglianza.
Nel caso in cui si manifestino i sintomi compatibili con la sindrome da COVID-19, ovvero febbre, tosse, problemi respiratori e congiuntivite, è assolutamente sconsigliato recarsi al Pronto Soccorso. Bisogna invece contattare il proprio medico curante.
È stata invece confermata la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e delle Università fino al 3 aprile, così come sono state sospese tutte le attività sportive e culturali. Anche le gite scolastiche, sia in territorio nazionale che all’estero sono state sospese.
Le celebrazioni matrimoniali sono state sospese, mentre i funerali dovranno svolgersi in forma strettamente privata. L’apertura dei luoghi di culto è subordinata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle caratteristiche e delle dimensioni dei luoghi, garantendo ai frequentatori la possibilità di
rispettare la distanza interpersonale di un metro.
Per avere informazioni aggiornate sulle misure da rispettare, è possibile consultare il sito della Protezione Civile di Palermo a questo indirizzo.
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