Ance Catania: Attività e fondi destinati alla ricerca e alla sensibilizzazione sul tema della sicurezza sismica nel territorio catanese, ma anche azioni di politica associativa e dialogo costante con le istituzioni per sostenere la ripresa del settore edile, il più dissestato dalla crisi economica iniziata nel 2009. L’assemblea annuale dell’Ance Catania è stata un’occasione, non solo per approvare il bilancio del 2016, ma per fare un excursus sui contributi sociali, culturali e finanziari che l’industria etnea delle costruzioni ha offerto per lo sviluppo della città di Catania e del suo circondario.
«Nel 2016 è mancata l’attesa ripresa del comparto – ha spiegato il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana – e nel 2017 non si è registrato alcun accenno di risalita. Sul fronte dei lavori pubblici, che speravamo potessero fornire ossigeno grazie agli ingenti fondi europei e agli investimenti infrastrutturali programmati, la situazione è ancora preoccupante. Non è più possibile attendere per aprire i cantieri e per attuare una politica che stimoli l’avvio di un processo di rigenerazione della nostra città. Il nuovo Codice degli Appalti ha causato difficoltà operative alle imprese e ai liberi professionisti, ma anche alle pubbliche amministrazioni e alla magistratura chiamata a interpretare e applicare la norma».
I dati statistici ne sono una allarmante conferma: rispetto all’anno precedente i bandi pubblicati in Italia sono crollati nel 2016 di oltre il 20% e in Sicilia si registrano dati ancora peggiori, con un crollo stimato di quasi il 50%. «Una percentuale che indebolisce l’intero tessuto imprenditoriale dell’Isola, perché l’edilizia rappresenta il 5% del Pil regionale e gli investimenti in infrastrutture hanno un ritorno economico nel tempo molto superiore ai loro costi», ha aggiunto il presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro, intervenuto in assemblea insieme al vicepresidente vicario di Confindustria Catania Antonello Biriaco.
Ospite dell’Assemblea è stato inoltre il docente universitario Paolo La Greca, componente anche del tavolo tecnico #Cataniasicura promosso dall’Ance. Il suo intervento ha toccato il tema del contributo dell’Urbanistica alla prevenzione sismica: «È fondamentale – ha affermato – radicare ed estendere la capacità di comprendere il rischio sismico a tutta la collettività, non solo a imprese e professionisti. A Catania la pericolosità del territorio, l’esposizione della popolazione e la vulnerabilità degli edifici sono tre variabili che raggiungono valori allarmanti se combinate insieme. È indispensabile agire con urgenza attraverso singoli progetti di rigenerazione urbanistica di alta qualità che seguano una strategia complessiva sullo sviluppo della città, individuando priorità, risorse e strumenti innovativi di intervento».
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