Amministrative Palermo: un dejavu’ la cadidatura dell’Orlando furioso

Mi candido a sindaco di Palermo. La nostra è una città in default e fino adesso nessun candidato a sindaco ha fatto appello alle categorie produttive, salvo patteggiare qualche assessorato.

 

di redazione

Palermo – “Mi candido a sindaco di Palermo. La nostra è una città in default e fino adesso nessun candidato a sindaco ha fatto appello alle categorie produttive, salvo patteggiare qualche assessorato. Mi candido perchè le primarie sono state inquinate e truccate. Le Primarie andavano azzerate e bisognava trovare un altro candidato. A Napoli sono state annullate e la stessa cosa andava fatta a Palermo dove è stato candidato De Magistris”.

“Qui a Palermo la foto di Vasto non c’entra. Non c’entra con un contesto che qui parla di brogli, minacce, e persino di un presidente indagato per mafia. Non potevamo certo consentire una resa a fronte di una sconfitta contro un candidato abusivo di Primarie dopate

“Anche Sel aveva parlato di primarie inquinate e ora prendo atto che ha scelto altrimenti. Non è normale che si faccia incetta di certificati elettorali. Il percorso di Ferrandelli è stato virtuoso fino a un certo momento, poi, forse per la giovane etè o per smania di protagonismo è finito nelle mani di Cracolici e Lumia, cioè i compari di Lombardo. E questo percorso è finito a ottobre quando lui durante un’assemblea pubblica parlava di candidatura e in prima fila c’era seduto Cracolici”.

Lui non è un candidato last minute, ma molto prima, forse era un progetto in cui lui era strumento, non so se consapevole o meno, di questa linea politica. Un percorso virtuoso diventato rischioso perch’ ha consentito che ci fossero brogli alle primarie da parte dei suoi sostenitori. E ancora pi’ grave ‘ che ‘ andato a sostenere i presunti colpevoli dei brogli”.

“E’ in gioco la credibilità del vero centrosinistra ed è in gioco la libertà di voto dei palermitani. Per questo motivo ho apprezzato Rita Borsellino che parlava di ‘mercato delle vacche’. Credo che alla denuncia debba corrispondere un impegno concreto. Non cè un problema generazionale con la mia candidatura a sindaco, ma il problema è scegliere tra uno scalatore di montagna e un passista di pianura. Io sono uno scalatore di montagna”.

“Andrò dal ministro Cancellieri  – dice un Orlando sempre più furioso – e dal commissario del Comune Latella ed esigerò la libertà di voto. Non vogliamo fare ricorso ai nuclei speciali dell’Onu per avere un voto libero. Al presidente Lombardo dico giù le mani da Palermo, giù le mani da una città da un milione di persone che non possono restare ostaggio di un governatore indagato per mafia”.

“I brogli che ci furono alle amministrative del 2007 pesano ancora come un macigno, Cammarata è stato un sindaco abusivo”.

Non ha preso bene la quinta cadidatura (dejavù) alle aministrative di Palermo di Leoluca Orlando, Fabrizio Ferrandelli che palra di un “Orlando isolato, la cui candidatura certamente danneggia la coalizione e tradisce i 30 mila elettori palermitani che hanno votato alle primarie come strumento di compattezza. Chiunque si è assunto la responsabilità di spaccare il centrosinistra dovrà renderne conto ai palermitani che a maggio diranno chiaramente come la pensano. Sono l’unico candidato legittimato del centrosinistra e forse Orlando è stato spinto da un motivo più tattico che politico, ma mi auguro di ritrovare l’unità al ballottaggio”.