È una strage consumata nel silenzio, quella provocata dall’amianto. Secondo l’Ona, l’Osservatorio nazionale amianto, soltanto in Sicilia per quanto riguarda i mesoteliomi, ossia i tumori legati all’esposizione al materiale – si parla di circa 1.850 casi dal 1998 ad oggi. E, considerando una mortalità del 93 per cento nei primi cinque anni, si calcolano circa 1.720 decessi, cui se ne aggiungono circa 3.500 per tumore del polmone e ulteriori mille per le altre malattie asbesto correlate. Totale: oltre 6.200 morti.
Sono numeri drammatici quelli emersi oggi in occasione dell’incontro “Missione Amianto zero: cosa, perché e come” organizzato dal Comitato Consultivo provinciale Inail Palermo, in collaborazione con Sicindustria Palermo e con gli altri componenti – organizzazioni sindacali e associazioni datoriali – del medesimo organo. Un momento di confronto, in occasione della Giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto e del trentesimo anniversario della legge 257/92 che ha messo al bando l’amianto in Italia.
L’Italia è stata uno dei primi paesi al mondo a vietare l’estrazione, l’importazione, la lavorazione, l’utilizzo, la commercializzazione e l’esportazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono, ma il lavoro da fare è ancora tanto, come ha spiegato Diana Artuso, direttore Inail Palermo: “Ci sono oltre tremila tipologie di manufatti contenenti amianto con percentuali variabili tra il dieci e il novantotto per cento in peso e vengono realizzate diverse miscele, principalmente con cemento, plastiche, bitumi e vernici”. Dal 2015 c’è un asse di finanziamento alle imprese che investono in sicurezza specificamente indicato per la bonifica da materiali contenenti amianto e in Sicilia sono stati presentati 256 progetti dal 2015 al 2018. I siti attualmente censiti nell’Isola come contenenti amianto ammontano a poco meno di ventimila, praticamente un quinto di quelli attualmente censiti a livello nazionale che sono 108 mila secondo la mappatura amianto 2021 del ministero.
“La situazione è evidentemente drammatica – ha detto Ezio Bonanni, presidente dell’Ona – e conferma la necessità di provvedimenti incisivi e non prorogabili a tutela della salute che vadano nella direzione della messa in sicurezza e della bonifica degli edifici e dei territori contaminati. Per questo abbiamo proposto una misura come il credito di imposta per le aziende che eliminano l’amianto. Ma non solo. La Sicilia è tra le regioni italiane più in pericolo a causa della massiccia presenza di amianto e riteniamo che sia diritto dei lavoratori esposti potere contare sul prepensionamento e sulla rivalutazione pensionistica e, in caso di patologia asbesto correlata, ottenere l’accredito delle rendite e del Fondo Vittime Amianto e dei benefici amianto”.
“Il ruolo delle parti sociali – ha concluso Maria Colosimo, rappresentante dell’Area lavoro e welfare di Sicindustria Palermo – è quello di prevenire il rischio o comunque attenuare le conseguenze dannose che da quel rischio derivano. Il fatto che l’evento si sia svolto in una sede datoriale è segno di un profondo cambiamento culturale del mondo imprenditoriale che, in questi anni, ha investito in sicurezza e continua a farlo scontando il peso di una burocrazia che incide notevolmente sullo smaltimento del materiale. Occorre puntare con sempre maggiore determinazione su mappatura e bonifica dei siti a rischio e, quale componente del Comitato consultivo provinciale Inail, ritengo importante avviare un confronto che non resti solo interno ma che coinvolga professionisti e organi di vigilanza in maniera propositiva, al fine di presentare azioni concrete che tengano conto delle esperienze e delle criticità territoriali”.
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