Palermo, 21 Gen. – E mentre la corriera corre, trascina con sé speranze per andarle a depositare altrove. Certe volte trovano terreno fertile, a volte vanno ad appassire. Andare a Catania il venti gennaio vale ampiamente il prezzo del biglietto.
Subito dopo Enna, incappellata di grigie nuvole che un po’ la nascondono e un po’ no, tanto da farla sembrare al di qua e al di sotto dell’autostrada una spettrale fortezza dopo Armageddon. Alla fine delle gallerie, se l’aria è tersa e nitida, vedi apparire la sacra montagna, il Mongibello. Forse le gallerie le hanno costruite per permettere alla gente ancora ignara di apprezzare le loro stesse esclamazioni di meraviglia, perché tutto appare all’improvviso.
La neve ammanta fino alle pendici quella che fu la dimora dell’orco con un occhio solo, che non mangiava bambini, ma indomiti guerrieri e navigatori, che per digerirli si doveva poi scofanare una giara di vino e questo, la storia lo dice, gli fu fatale.
Oggi a bordo non c’è fortunatamente nessuno con il mito del dvd da propinare forzatamente ai passeggeri, sempre e rigorosamente con film dal sapore di polpettoni andati a male. Ah… quanto rimpiango le dotti e folli elucubrazioni di Beppe, detto Animale, che rendeva interessante anche il parto delle pulci!
La corriera corre e anche i pensieri si rincorrono, ma vanno indietro nel tempo, rinculano, sembrano granchi stanchi che cercano di attaccarsi l’uno all’altro con le loro pinze. La corriera è testimone di intere vite, alcune già concluse, prematuramente, alcune di successo, altre di fallimenti. Ma potrà testimoniare sempre, anche con la mano sopra la Bibbia, di avere trasportato tanto entusiasmo giovanile e tanta follia.
Dei tanti passeggeri tanti sono i dispersi: chi si trova a Cuba, chi in Bolivia, chi ha scelto l’Oman, qualche altro si è trascinato in Cambogia, chi ha preferito un percorso più breve e ha scelto la Scozia, chi il manicomio criminale, e in tanti hanno, contro il loro volere, scelto il gelido abbraccio delle balate.
Anche questo mi ha dato il rugby e la nostra corriera stravagante non è fantasia, e John Steinbeck avrebbe potuto scrivere in eterno se avesse viaggiato a bordo assieme a noi.
Siamo arrivati a Catania e il tempo è clemente, quasi l’ideale per intraprendere quella danza rude e disarmonica che vede contrapposti quindici uomini contro quindici uomini, senza nemmeno l’ombra di una Eva.
Alla clemenza del tempo si contrappone la consapevolezza amara che quella di oggi sarà una battaglia difficile da vincere; di fronte abbiamo una squadra, il Cus Catania, che ha modificato molto nella sua 3/4 aggiungendovi esperienza, tecnica e condizione fisica.
Per chi mastica poco di rugby, mi azzarderò su un paragone che tutte le italiche genti, amanti della buona cucina, mi auguro comprenderanno. La pasta più semplice da preparare, sapendo dosare sapientemente gli ingredienti, sono gli spaghetti con aglio, olio e peperoncino. Per l’appunto: esperienza, tecnica e condizione fisica.
Di contro, l’Amatori Palermo contrapporrà la freschezza dei suoi anni e il profumo delle sue ingenuità, e la consapevolezza che anche un’eventuale sconfitta, se opportunamente digerita, produrrà un fertile concime basilare per la futura crescita.
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