Almaviva: “Governo regionale tuteli lavoro e famiglie”

Almaviva.  “Mercoledì 26 si terrà a Roma presso il Ministero del Lavoro una importante riunione indetta sul grave stato di crisi di Almaviva. Siamo preoccupati che alla riunione non siano stati invitati a partecipare formalmente le istituzioni territorialmente coinvolte: la Regione Siciliana e il Comune di Palermo su un problema di assoluta importanza che vede coinvolte 3000 lavoratori e le loro famiglie nella nostra città.
Si parla di esuberi pesanti nelle commesse Wind e Telecom e di una situazione assolutamente nebulosa che riguarda Alitalia”.

Lo ha dichiarato la deputata regionale Marianna Caronia, in merito alla vertenza dell’azienda di call center che coinvolge circa 3000 lavoratori a Palermo.

“Il Governo Regionale deve assolutamente intervenire per difendere con ogni mezzo una attività la cui chiusura porterebbe al dramma una città capoluogo di Regione e nell’isola intera. Non possiamo sempre essere noi l’anello debole del sistema Paese. Io non credo che il Governo Regionale possa alzare bandiera bianca sulle ennesime delocalizzazioni industriali dopo la scomparsa della Fiat di Termini Imerese e dopo altri drammatici ridimensionamenti come quello del petrolchimico di Gela.
Almaviva e le tremila famiglie sfiancate da un lavoro parziale e precario vanno salvate, senza ‘se’ e senza ‘ma’”.

Almaviva, l’appello a Di Maio

Anche Francesco Laforgia, senatore di LeU e portavoce di è Viva ha lanciato un appello ieri: “Questa mattina a Palermo le lavoratrici ed i lavoratori Almaviva hanno manifestato per difendere il loro posto di lavoro ed i loro salari. Lavorare in un call center è una delle tante sfumature del precariato italiano e se a questo aggiungiamo anche il fenomeno del dumping della delocalizzazione il problema diventa grave ed il governo ha il dovere di garantire i diritti costituzionalmente riconosciuti. Sono anni che da Almaviva giungono segnali preoccupanti e non è più possibile restare fermi. Temo non sarà sufficiente un tavolo, serve con urgenza una politica industriale all’altezza del nostro Paese.”