L’Assemblea regionale ha avviato oggi l’esame del documento di programmazione economica e finanziaria predisposto dall’Assessore Baccei, su cui tutti i deputati intervenuti hanno sparato ad alzo zero. Intanto un giudizio comune: la prima parte non fa altro he elencare i mali di una Sicilia irredimibile sull’orlo del default: la parte programmatica prevede solo tagli indiscriminati, senza indicare alcuna prospettiva di sviluppo. Paradossale anche l’impostazione generale del documento: si sottolinea che il governo nazionale non ha trasferito le risorse previste a normativa vigente, ma si sostiene che il governo regionale potrà intavolare una trattativa per il recupero parziale delle somme scippate, solo se farà le riforme ossia tagli su tutta la spesa. Resta incomprensibile anche la decisione unilaterale del Presidente Crocetta di rinunciare ad un contenzioso con lo Stato stimato in circa 4 miliardi di euro, per una contropartita che ancora nessuno ha capito e in presenza di alcuni pronunciamenti della Corte Costituzionale che lasciavano ben sperare.
Altra considerazione comune a quasi tutti i deputati che sono intervenuti l’atteggiamento di Baccei definito “irridente” verso i rappresentanti eletti dal popolo siciliano: in aula perché ha definito il dibattito un teatrino e fuori dall’aula, perché secondo le voci raccolte dall'”intelligence” vicina all’on. Toto Cordaro di Cantiere Popolare, l’assessore inviato da Roma, si sarebbe espresso in modo offensivo verso il Parlamento siciliano parlando con tre persone “dall’accento nisseno” in un locale di via Notarbartolo dove evidentemente c’erano orecchie a parabola. Altra circostanza da rilevare il silenzio assordante della maggioranza che nel dibattito è intervenuta soltanto con l’on. Malafarina del Megafono che, dopo aver rilevato che si dovrebbe puntare su turismo, agricoltura e semplificazione amministrativa, ha sottolineato che nel DPEF non c’era nulla in proposito “forse per il poco tempo a disposizione”. Poi soltanto deputati dell’opposizione che hanno accusato il governo di puntare alla macelleria sociale, peraltro inutile, in quanto i risparmi non saranno sufficienti a riequilibrare il bilancio.
Da parte sua l’Assessore Baccei aveva puntato sulla programmazione dei fondi extraregionali, circa 20 miliardi, dei quali la Sicilia potrebbe beneficiare nei prossimi sette anni, sempre che migliori la capacità progettuale e siano assicurate le risorse per il cofinanziamento.
Quindi la seduta è stata chiusa con un rinvio al 18 febbraio prossimo visto che tutto è ancora in alto mare.
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