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di redazione
Ormai è certo Borgetto, Carini, Montelepre, Giardinello e prima di questi Palermo, Capaci e Torretta sono inseriti nella “zona di protezione da sospetta contaminazione da diossine e policlorobifenili”. Il decreto del dirigente generale del dipartimento regionale attività sanitarie Lucia Borsellino è pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana. La Regione rafforza dunque le misure di prevenzione da rischio diossina dopo l’incendio del 29 luglio scorso nella discarica di Bellolampo. Nei comuni interessati dall’ordinanza, dunque, scatta il divieto di consumare alimenti prodotti in loco, come carni, latte e derivati, con deroga soltanto per frutta e ortaggi, che potranno essere consumati dopo un accurato lavaggio. Vietata la raccolta di funghi e lumache. Vietato anche il consumo in proprio e la cessione a terzi di carni e uova prodotti dopo il 29 luglio in allevamenti da cortile rurali a conduzione familiare e lo spostamento di animali (bovini, ovini, caprini, maiali, cavalli, anatre, oche, tacchini, eccetera) allevati per la produzione di alimenti destinati al consumo umano, l’uso e la vendita di foraggi, contaminati e di quelli esposti a contaminazione da diossina. Dopo l’incendio di Bellolampo inizialmente l’area a rischio era stata individuata in tre chilometri dalla discarica, ma stando alle rilevazioni di fine settembre effettuate dal centro di riferimento nazionale per lo studio del fenomeno dell’istituto zooprofilattico di Teramo, l’allarme coinvolgerebbe un’area molto più ampia che comprende oltre Palermo, Torretta e Capaci anche tutta la zona tra il bosco di Santa Venera a Carini, contrada Calcerame a Montelepre, località Scorsone a Giardinello e contrada Mulini a Borgetto. I sindaci dei rispettivi comuni hanno già firmato le ordinanze a scopo cautelativo, nell’atto sono contenute le restrizioni indicate dal decreto assessoriale. Sanzioni fino a 150 mila euro sono previste per i trasgressori. In ginocchio l’economia locale. Nella zona di Borgetto, Carini, Giardinello e Montelepre ci sono una sessantina di allevamenti e un migliaio di capi che producono carni e latte, oltre ad alcuni caseifici, che devono eliminare come rifiuto speciale, le produzioni successive all’incendio di Bellolampo. Coldiretti calcola che ciascuna azienda ha circa 8-10 capi e produce da 200 a 400 quintali di latte all’anno. Dalle associazioni di categoria parte la richiesta di risarcimento danni per i produttori.
Intanto, a Giardinello i consiglieri comunali del gruppo di minoranza ‘Nuove Generazioni’ hanno chiesto al presidente dell’assise civica la convocazione dell’assise civica in seduta straordinaria ed urgente per discutere di allarme diossina
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