ALLARME, “C’è un ‘alieno’ a mare”, questo catanese ha mostrato tutte le prove | è la primissima volta che succede

Uno strano ritrovamento accende la curiosità.
Negli ultimi anni, il fenomeno delle specie aliene nel Mediterraneo è diventato sempre più frequente. Questi organismi, definiti alieni perché non appartenenti agli ecosistemi locali, si insediano nelle nostre acque a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei trasporti marittimi globali. L’inverno non è la stagione in cui si registrano più avvistamenti, ma anche in questo periodo si continuano a scoprire nuove specie esotiche lungo le coste siciliane.
Recentemente, durante un’attività di monitoraggio condotta dagli esperti di Arpa Sicilia, sono state identificate due nuove specie aliene nel porto di Catania. Una di queste, la Dynoides amblysinus, non era mai stata segnalata in altre aree del Mediterraneo, rendendo la scoperta un evento di grande rilevanza scientifica.
La Dynoides amblysinus è un crostaceo isopode originario delle acque dell’Oceano Indiano e dell’Australia. Secondo gli esperti, potrebbe aver raggiunto le coste siciliane attraverso le acque di zavorra delle navi cargo o con il trasporto di coralli destinati al mercato dell’acquariofilia. Questo dimostra come il traffico marittimo internazionale sia uno dei principali vettori di diffusione di specie aliene nei nostri mari.
Oltre a questo crostaceo, è stata individuata anche la Phallusia nigra, un tunicato proveniente dai mari tropicali. Questa specie era già stata avvistata in Turchia e Israele fin dal 1958, ma il suo ritrovamento nelle acque italiane rappresenta una novità assoluta.
L’impatto sulle acque catanesi e i primi sospetti
Fortunatamente, al momento nessuna delle due specie sembra aver avuto un impatto negativo sugli ecosistemi locali. Le acque catanesi ospitano diverse aree marine protette, come quella dei Faraglioni di Aci Trezza, e la presenza di questi nuovi organismi non ha ancora mostrato segni di alterazione dell’equilibrio ecologico. Tuttavia, il loro ritrovamento ha sollevato dubbi e preoccupazioni tra gli esperti dell’ARPA e della comunità accademica siciliana.
Secondo Benedetto Sirchia, biologo marino dell’ARPA Sicilia, la Phallusia nigra è probabilmente giunta nel porto di Catania trasportata dalle acque di zavorra delle navi provenienti dal Canale di Suez. Questo conferma ancora una volta il ruolo cruciale delle rotte commerciali nella diffusione delle specie aliene nei nostri mari.

Un ritrovamento unico nel Mediterraneo
Per quanto riguarda la Dynoides amblysinus, le ricerche condotte dai biologi marini Paolo Balistreri ed Eleonora Macaluso hanno confermato che questa specie non era mai stata segnalata nel Mediterraneo. Il ritrovamento nel porto di Catania rappresenta dunque un primo record scientifico, con importanti implicazioni per lo studio della biodiversità marina e delle dinamiche di invasione delle specie aliene.
L’identificazione di questi organismi è stata resa possibile grazie alle attività di monitoraggio previste dall’Accordo Operativo MASE-ISPRA-ARPA del 16 febbraio 2024. Questo accordo rientra nel programma di recepimento della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina 2008/56/CE, che mira a proteggere gli ecosistemi marini europei per il triennio 2024-2026.