Allagamenti a Catania. Il maltempo e le piogge abbondanti si attendevano, ma quello a cui non si è mai preparati sono i disagi provocati dalle precipitazioni torrenziali, le città siciliane non sono attrezzate per quest’entità di fenomeni metereologici e Catania non fa eccezione.
Dopo due giorni di piogge e grandine spesso a carattere torrenziale ieri la città si è allagata in molte parti, in centro la Via Etnea è apparsa come un fiume in piena causando danni e disagi.
Le piogge abbondanti, hanno causato rallentamenti della circolazione e strade allagamenti: e ieri un violentissimo temporale travolto la città e la provincia.
L’acqua ha invaso i marciapiedi e gli ingressi a piano terra degli edifici. Numerose le richieste di soccorso pervenute ai centralini dei Vigili del Fuoco.
Allagamenti anche a Palermo, nella zona di Mondello e Partanna e in piazza Indipendenza, allagata anche una parte di viale Regione, nella corsia laterale all’altezza del cavalcavia che porta al Forum e del cavalcavia che porta in zona Croceverde, e problemi anche a Brancaccio.
In provincia, a Bagheria, il sindaco Patrizio Cinque ha disposto la chiusura delle scuole: “Pare che sia prevista una bomba d’acqua questa notte, ciò potrebbe causare allagamenti, rami divelti e dunque probabili disagi alla circolazione nella giornata di domani, pertanto ho deciso di tenere chiuse le scuole – dice Cinque – ne approfitteremo, sebbene i controlli siano già stati eseguiti, per verificare nuovamente lo stato di sicurezza di alcuni plessi scolastici”.
Per mettere in sicurezza Catania, ma anche Palermo, occorrerebbero una serie di lavori urgenti tenendo conto anche dell’aumento di fenomeni di questo genere dovuti ai cambiamenti climatici, come conferma un esperto meteorologo: “La tipologia delle piogge è cambiata – spiega – con acquazzoni violentissimi che possono portare a situazione di reale pericolo. Il recente ciclone che ha interessato l’area mediterranea colpendo la Grecia ma con conseguenza anche sulla Sicilia, è stato il primo ciclone mediterraneo di categoria 2. Bisogna aspettarsi questo – conclude – e attrezzarsi di conseguenza, perché Catania no, non è preparata”.
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