Domenica 20 settembre e sabato 3 ottobre a Siracusa, nell’area archeologica del Tempio di Apollo, si svolgeranno due interessanti iniziative nate dalla collaborazione tra la Soprintendenza di Siracusa, diretta da Donatella Aprile e la sezione di Siracusa dell’Associazione Nuova Acropoli che sin dal 2009, grazie ad una convenzione a titolo gratuito, si prende cura del monumento con interventi periodici di pulizia e di diserbo e con attività di valorizzazione e promozione culturale.
Le attività, che verranno svolte all’interno dell’area monumentale, hanno come obiettivo quello di favorirne la conoscenza e la valorizzazione. Le due iniziative:
Domenica 20 settembre alle ore 10:00 Lucia Sinnona e Sebastiano Macca, responsabili della Nuova Acropoli, guideranno i visitatori in una passeggiata archeologica alla scoperta del Tempio di Apollo descrivendone aspetti storici e architettonici in un viaggio nel tempo che li porterà a immaginare la vita del tempio all’epoca greca e le sue trasformazioni in seguito alle varie dominazioni.
La passeggiata verrà svolta alle 10:00 con replica alle 11:00 e alle 12:00. Sarà consentito l’ingresso a gruppi di massimo quindici persone alla volta, per un totale di tre gruppi.
Sabato 3 ottobre alle ore 19.00 – si svolgerà un incontro sul tema “Templi e divinità della Siracusa greca” tenuto da Lucia Sinnona, che ripercorrerà la storia della Siracusa greca attraverso i suoi principali templi: ovvero i templi di Apollo, Zeus, Demetra, Atena e Artemide; il racconto sarà scandito da brevi performance teatrali curate da Elga Daniele.
Accesso massimo consentito sarà di 40 persone.
Per partecipare alle iniziative è necessario munirsi di mascherina e adottare le precauzioni previste dai protocolli antiCovid.
Prenotazioni e informazioni saranno disponibili all’info-point allestito sul posto dai volontari dell’Associazione.
Area del tempio di Apollo nello schema urbanistico greco di Ortigia
Il Tempio di Apollo risale agli inizi del VI secolo a.C. ed è il più antico tempio dorico della Sicilia con colonnato in pietra.
Le strutture superstiti del monumento rappresentano il risultato di una lunga e complessa operazione di scavo e liberazione dalle fabbriche che, nell’età moderna, lo avevano completamente inglobato.
L’operazione, iniziata nel 1858, si è conclusa nel 1942 e soltanto da pochi anni le strutture murarie conservate sono completamente in vista grazie anche a un radicale intervento di risanamento della zona circostante all’edificio di culto. Orientato in senso est-ovest, presenta un poderoso basamento (mt 58,10 x 24,50) con quattro gradini, dotato di una scala di accesso sulla fronte orientale.
La peristasi è costituita da 6 colonne sulla fronte e 17 sui lati lunghi. Sul lato orientale una seconda fila di colonne rendeva più profonda e monumentale la parte anteriore dell’edificio. La cella, di cui resta buona parte della parete meridionale, suddivisa in tre navate da due file di colonne, immetteva nell’ambiente chiuso dell’Adyton. Sul lato meridionale, sono visibili per intero due colonne monolitiche con scanalature sormontate da massicci capitelli, dall’echino molto schiacciato e collarino alla base, mentre la decorazione architettonica era costituita da metope e triglifi.
Dietro le colonne del peristilio, la parete della cella è attraversata dal vano della porta ogivale della Basilica Normanna di S. Salvatore in cui il Tempio era stato trasformato dopo che esso era divenuto Moschea araba e prima ancora Basilica bizantina.
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