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Alla Scala in scena la prima in versione inedita

MILANO (ITALPRESS) – Un viaggio nell’arte in un teatro come non si era mai visto. O almeno così non lo aveva mai vissuto il grande pubblico. È la prima del Teatro alla Scala che ha inaugurato la stagione in modo inusuale, a causa delle restrizioni per il Covid-19. L’evento, storico, si è svolto senza pubblico, con l’orchestra che occupava lo spazio della platea e il direttore che dava le spalle al palco. Gli spettatori, però, c’erano ed erano a distanza, dietro gli schermi dei televisori o di altri dispositivi: lo spettacolo, diretto da Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore e intitolato “A riveder le stelle”, è stato infatti trasmesso in diretta Rai, proposto da Rai Cultura con la conduzione di Milly Carlucci e Bruno Vespa.

Tante le opere, dagli italiani ai compositori europei, da Giuseppe Verdi a Georges Bizet, da Francesco Cilea a Richard Wagner, da Gaetano Donizetti a Giacomo Puccini, passando anche per Jules Massenet e poi Gioachino Rossini. Un intreccio di forme d’arte con balletti sulle musiche di Cajkovskij e Di Leo e intervalli con letture e interpretazioni sui testi di Montale, Bergman, Hugo e Racine e citazioni di Ezio Bosso. Il tutto alla scoperta del grande Teatro, nei diversi spazi dell’edificio, tra palchi e dietro le quinte, nelle sale, nei corridoi e persino sulle scale. Ad aprire la serata è stato l’Inno di Mameli. Una donna delle pulizie, in un teatro vuoto, ha iniziato a intonare l’inno nazionale, poi cantato in coro. La particolare posizione dell’orchestra, secondo il direttore Chailly, è “straordinariamente acustica. È un unicum – ha spiegato ai microfoni di Rai1 poco prima dello spettacolo – che non potrà essere ripetuto perché l’orchestra in questa posizione esclude la presenza del pubblico, elemento che ci manca tantissimo stasera”.

Tra i protagonisti sul palco Placido Domingo, Roberto Bolle, Roberto Alagna, Vittorio Grigolo, Marina Rebeka. Una serata ricca di emozioni ed effetti, come quelli luminosi del ballo di Bolle, come l’atmosfera creata attorno a Piotr Beczala in “Nessun dorma” da Turandot di Puccini o quella creata mentre Lisette Oropesa interpretava “Regnava nel silenzio” da Lucia di Lammermoor di Donizetti, con l’immagine delle onde che si infrangevano sulla sabbia nello sfondo, donne e uomini con ombrelli aperti e la presenza dell’acqua. La tradizionale prima di Sant’Ambrogio quest’anno è stata diversa, specchio di un momento difficile ma anche della speranza nella ripartenza, perché, anche a partire da arte e cultura, così come spiegato alla fine dell’evento, si possa tornare a “Riveder le stelle”.

Redazione

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