Al via RestART. Giacomo Serpotta amava scolpire i suoi putti birichini al suono del liuto: pretendeva quindi, per contratto, che fosse sempre presente un musicista. E un fiasco di vino. Le richieste la dicono lunga sulla sua fama, visto che raramente un artista, per giunta un povero artigiano, poteva ardire a tanto.
Ma Serpotta era il genio dello stucco, blandito e ricercato da chiese e confraternite, e non solo a Palermo. Un viaggio dentro i suoi oratori è offerto da RestART, che da venerdì (3 luglio) al 29 agosto, aprirà ogni venerdì e sabato, dalle 19 a mezzanotte, ben 25 siti culturali di Palermo. Organizzato dall’associazione Amici dei Musei Siciliani e da Digitrend – che cura la piattaforma di ticketing ed audioguide – RestART è di fatto uno dei primissimi festival pronto a partire sul territorio nazionale e raccoglie le prenotazioni sul sito www.restartpalermo.it, mentre le guide ATS stanno organizzando un offerta di visite tematiche. E la FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, annuncia una convenzione: i ristoranti associati sconteranno l’importo dei biglietti agli spettatori del festival che si presenteranno muniti di tagliando cartaceo o online. Dal canto suo, RestART offrirà ai ristoratori, coupon omaggio da distribuire ai clienti. Insomma, uno scambio reciproco per far ripartire turismo ed economia, puntando sul territorio.
E torniamo agli oratori: RestART ne offre quattro, e aggiunge il cinquecentesco Oratorio dei Bianchi (previsti 15 visitatori ogni 30 minuti) dove poter scoprire una collezione di stucchi eseguiti dal Serpotta tra il 1703 e il 1704 per la cappella della Madonna della Pietà e la Cappella della Vergine della chiesa del Monastero delle Stimmate di San Francesco, che demolita per far posto al Teatro Massimo. Gli altri quattro oratori sono un vero e proprio viaggio dentro l’universo dello stuccatore che amava firmarsi con una salamandra, ovvero una sirpuzza (in dialetto, ovvero Serpotta).
Erede di una dinastia di scultori e marmorari, Giacomo all’inizio lavora con il fratello Giuseppe: e infatti insieme firmano l’oratorio di San Mercurio (ingressi da 20 spettatori ogni 30 minuti, ed è di nuovo visitabile al suo interno anche la videoinstallazione collettiva “Pan_de_mia”) sorto dal 1640 accanto alla chiesa di San Giovanni degli Eremiti, per volere della Compagnia della Madonna della Consolazione di san Mercurio, fondata nel 1572. Giacomo Serpotta ha 22 anni, sta iniziando a farsi conoscere ma ha la mano ancora incerta, anche se ha già sviluppato la sua tecnica: un modello in creta da cui trarre lo stampo in gesso con armatura interna di legno e metallo, dentro cui veniva colato un impasto di grassello di calce e gesso, e forse caseina. Si lavorava in fretta, prima che l’impasto si indurisce, la bravura stava tutta in questa tecnica velocissima e affascinante, sottoposta infine ad “allustratura“.
Appaiono già i putti festosi, gli angeli, le figure e le ghirlande, che si ritroveranno poi all’oratorio del Rosario di santa Cita (25 spettatori ogni 30 minuti), voluto dalla Compagnia del SS. Rosario di santa Cita, fondata nel 1570 dopo la scissione dall’omonima Compagnia di san Domenico. È l’oratorio delle nobili dame caritatevoli, magnifico ed elegante, sotto la protezione della “Madonna del Rosario” di Carlo Maratta (1695). Terzo in ordine temporale, l’Oratorio di San Lorenzo (15 spettatori ogni 30 minuti), della Compagnia di san Francesco, dove Serpotta lavorò tra il 1699 e il 1706: da qui fu rubata cinquant’anni fa, la famosa Natività del Caravaggio, sostituita da la riproduzione 3D di Factum Arte.
Quarto e ultimo, è l’oratorio del SS. Rosario (25 spettatori ogni 30 minuti), uno dei più sontuosi, sorto nel granaio adiacente alla chiesa di san Domenico. Accanto al Serpotta, qui sono da ri-scoprire le tele di Pietro Novelli, Matthias Stomer, ma soprattutto la “Madonna del Rosario e santi” di Antoon van Dyck (1628), considerata la più antica rappresentazione iconografica di santa Rosalia.
Da venerdì al 29 agosto, si potranno visitare in notturna anche le tele di Palazzo Abatellis, i reperti del Museo archeologico Salinas, le installazioni di Boltanski al Museo Riso, ma anche le collezioni particolari di Villa Zito – dove riapre la personale di Nicola Pucci, fermata dall’emergenza – e Palazzo Branciforte, con gli scaffali malinconici del Monte di Pietà; si passeggerà tra i ficus dell’Orto Botanico, si resterà attoniti di fronte ai magnifici marmi mischi di Santa Caterina e si salirà sulla sua cupola; come anche su quella del SS. Salvatore, affacciata sui tetti del Cassaro, e sulla torre di Sant’Antonio Abate, da dove si osserva la Vucciria addormentata.
Una prospettiva inedita anche per la chiesa della Catena, la chiesa di San Matteo, per Casa Professa (che partecipa al festival poi solo l’11, il 17 e il 25 luglio; ad agosto, l’8, il 21 e il 29), per l’Archivio Storico e la chiesa di San Giovanni degli Eremiti con le sue cupole. Si dovrà aspettare il prossimo weekend, invece, per gli arredi di Palazzo Mirto o i palchi del Teatro Massimo, e per scoprire l’altare del Gagini restituito allo Spasimo; aprirà le porte solo tre sere – 18 e 31 luglio e il 22 agosto – la Chiesa della Gancia.
Ovunque ingressi contingentati e prenotazioni sul sito www.restartpalermo.it. Collaborano Confcommercio, Comune, Regione Siciliana, Università, Curia, Fondazioni private, Teatro Massimo, UNESCO e diverse associazioni culturali, sotto il patrocinio del Comune di Palermo e dell’ Assessorato regionale ai Beni Culturali e all’Identità siciliana.
RestART si svolgerà da venerdì 3 luglio a sabato 29 agosto. I siti apriranno in notturna, ogni venerdì e sabato dalle 19 a mezzanotte. Ingressi e prenotazioni su www.restartpalermo.it, scegliendo precisi slot orari, secondo le indicazioni di ciascun sito.
Igienizzazione e mascherine per i visitatori, misurazione della temperatura all’ingresso dei musei. Il pubblico potrà scaricare tramite App, notizie e curiosità sui luoghi su cellulari e tablet personali, in completa sicurezza.Ingressi: 3 euro se il biglietto viene acquistato sulla piattaforma online; 4 euro all’ingresso dei siti, nel caso ci fossero ancora posti liberi.
Chiesa di Santa Caterina
Cupola di Santa Caterina
Chiesa dello Spasimo (dal 10 luglio)
Palazzo Abatellis
Palazzo Mirto (dal 10 luglio)
Museo Archeologico Salinas
RISO – Museo di arte contemporanea
Palazzo Branciforte
Villa Zito
Teatro Massimo (dal 10 luglio)
Orto Botanico
Oratorio dei Bianchi
Chiesa della Catena
Chiesa del SS. Salvatore
Cupola del SS. Salvatore
Chiesa di S. Matteo
Torre di S. Antonio
Chiesa di Casa Professa (aperta il 3, l’11, il 17 e il 25 luglio; ad agosto, l’8, il 21 e il 29)
Archivio Comunale
Chiesa della Gancia (aperta il 18 e 31 luglio e 22 agosto)
Chiesa di S. Giovanni degli Eremiti
Oratorio di S. Lorenzo
Oratorio di S. Mercurio
Oratorio di S. Cita
Oratorio del SS. Rosario in San Domenico
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