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Al via la 19sima edizione del Progetto Educativo Antimafia

Sono state 120 le scuole che si sono collegate da tutta Italia per partecipare alla prima conferenza del Progetto educativo antimafia, promosso dal Centro Studi “Pio La Torre”, quest’anno giunto alla sua 19ma edizione.

“La criminalità organizzata come pericolo nazionale e globale: la penetrazione nell’economia legale” il tema che ha animato non solo la riflessione dei relatori, ma anche il confronto con gli studenti che hanno potuto ascoltare gli interventi di Ernesto Ugo Savona, direttore dio Transcrime – Università Cattolica del sacro Cuore di Milano, e di Marco Birolini, giornalista dell’Avvenire, moderati dal prof. Antonio La Spina, sociologo.

A tagliare il nastro di questa nuova edizione il presidente emerito del Centro Studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco, che nella sua introduzione ha sottolineato il grande valore che ha avuto e che ha il lavoro portato avanti in questi anni con le nuove generazioni perché «trasmettiamo la conoscenza del complesso fenomeno della mafia. Sviluppiamo nei giovani coscienza critica perché ora tocca a loro»

Prosegue, dunque, il percorso di legalità avviato dal Centro Pio la Torre attraverso l’apprendimento di nozioni storiche, la valutazione degli effetti della presenza mafiosa nella società civile e lo studio del modello economico della criminalità organizzata.

«Nelle scorse sessioni – scrive Emilio Miceli, presidente del Centro Pio La Torre – almeno quelle più vicine nel tempo, abbiamo valutato il peso e gli effetti della cattura di Matteo Messina Denaro quale capolinea di una vecchia generazione di mafia e di mafiosi, la percezione del fenomeno tra le generazioni più giovani, le nuove frontiere economico-finanziarie della criminalità organizzata ed altro ancora. È stato, e vogliamo che sia ancora una volta, un approccio interdisciplinare, in grado di dare un quadro sempre più realistico e sempre più vicino ai fenomeni».

Tra le tappe del percorso della passata edizione, l’indagine sulla percezione del fenomeno mafioso al quale hanno partecipato, i ragazzi delle scuole dando risposte che sono stati spunti importanti per la scelta dei temi delle conferenze che sono state proposte nel percorso di quest’anno. Dai dati raccolti, emerge che ancora oggi il 27,60% degli studenti nelle scuole superiori non aveva mai partecipato a un progetto antimafia. Risulta evidente quanto sia importante incrementare per poter raggiungere quanti più studenti della popolazione.

La scuola, grazie ai docenti, dimostra di essere la sede in cui se ne discute di più (67,32%). Il 30,38% ne parla anche in famiglia. La maggioranza ha, inoltre, dichiarato di essere in grado di riconoscere le manifestazioni della presenza della mafia nella propria città, soprattutto attraverso lo spaccio delle droga. Tema su tutti, quest’ultimo, sempre più grave, che rappresenta una vera e propria minaccia per le generazioni più giovani.

«A questo tema vogliamo dedicare tempo e attenzione. C’è bisogno di una grande campagna di prevenzione e di informazione sulle droghe vecchie e nuove – prosegue Miceli – sulle insidie dei più nuovi composti chimici e dell’alto tasso di dipendenza che queste creano. È, questa, una grande questione nazionale anche perché l’infrastruttura criminale è forte e, nel tempo, ha assunto una allarmante dimensione nazionale. Intendiamo, quindi, discutere della informazione necessaria, della prevenzione, degli effetti delle nuove droghe e della repressione».

Attese con grande voglia di animare il dibattito le prossime conferenze, le cui date saranno comunicate a breve, che porteranno a riflettere su come “Lo Stato può battere la mafia”, su “Le donne tra pregiudizi, violenza di genere e partecipazione alle organizzazioni criminali a partire dal rapporto OSCE 2023”, infine su “Mafia, antimafia e i media”.

Ad aprile 2025, infine, la manifestazione conclusiva in occasione del “43° Anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario di Salvo”, durante la quale saranno premiati i vincitori del concorso giornalistico dedicato alla memoria del giornalista Angelo Meli, storico direttore della testata “A sud ‘Europa”, prematuramente scomparso.

Un altro dei momenti che vede il Centro Pio La Torre presente e sempre attivo nel creare occasioni di riflessione e dibattito, anche e soprattutto con i giovani, sui temi della legalità, del contrasto alle criminalità organizzate, della cittadinanza attiva.

Redazione

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