CATANIA – Nel 2016 sono state 72 le nuove diagnosi di Aids in provincia di Catania, di cui l’80% sono uomini con un’età media di 39 anni. In totale sono 203 i nuovi casi segnalati solo negli ultimi 3 anni. La modalità di trasmissione nel 43% dei casi è stata eterosessuale, nel 32% dei casi bisessuale e nel 14,8% omosessuale, 2,5% per uso di sostanze e 1,5% per trasmissione verticale.
E’ quanto emerge dal progetto ‘Stop-Hiv’, presentato dall’Asp di Catania, al fine di contrastare la diffusione del virus. Il progetto si propone di raggiungere questo obiettivo, utilizzando due canali di intervento: l’offerta attiva del test rapido e la diagnosi precoce.
«L’unico modo per affrontare il rischio Hiv è conoscere il fenomeno e aderire alle campagne di prevenzione primaria e secondaria, in particolare attraverso l’acceso al test rapido – ha affermato Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Asp di Catania. Questo consentirà non solo di evitare la diffusione del virus, ma anche di attivare percorsi di cura idonei per chi lo ha contratto».
Il progetto conta sulla collaborazione di un gruppo di esperti infettivologi, epidemiologi e ricercatori dell’Università di Catania, ma anche di operatori sanitari, socio educativi e volontari delle aziende ospedaliere che si occupano di Hiv. Un corso di formazione specifico sarà attivato per gli operatori e gli ospiti degli Sprar.
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