Agroalimentare. In Sicilia ogni anno viaggiano su strada 32 milioni di tonnellate di merce. Quasi un quinto di queste è costituto da prodotti agricoli o alimentari che, durante le fasi che vanno dalla produzione alla distribuzione e conservazione fino alla vendita, è soggetto a norme di tipo igienico-sanitario e al rispetto di particolari temperature (Accordo Atp).
È di questo che si è parlato in Sicindustria Ragusa, in occasione del workshop “La filiera del freddo nell’autotrasporto: controlli a garanzia della sicurezza alimentare e stradale”, organizzato dall’associazione degli industriali in collaborazione con la Polizia di Stato (Comando provinciale Polizia Stradale).
“Il settore degli alimenti – ha detto in apertura dei lavori il presidente di Sicindustria Ragusa, Leonardo Licitra – registra numeri in costante crescita e, a determinarne il successo, è essenzialmente l’applicazione della cosiddetta ‘filiera del freddo’, ossia il mantenimento dei prodotti a una temperatura costante e controllata, indispensabile per difendere e preservare la qualità degli alimenti. È per questo che abbiamo voluto quest’incontro che, da un lato, conferma la stretta collaborazione tra organi di controllo, associazione e aziende del settore, e dall’altro la volontà di riprendere i principali aspetti della normativa e farci promotori di un’attività di informazione e supporto alle imprese di distribuzione e a quelle di produzione”.
Sugli obblighi di legge previsti per i prodotti alimentari si è soffermata Giuseppina Della Pepa, segretario generale di Anita, l’Associazione nazionale imprese trasporti automobilistici di Confindustria: “Riteniamo – ha spiegato – sia giunto il momento di valutare l’inclusione dei prodotti ortofrutticoli tra quelli dell’Accordo Atp nei trasporti nazionali e internazionali, così da armonizzare le temperature. Prodotti che meriterebbero maggiore attenzione agli shock termici e per i quali andrebbe prevista una specifica norma sono certamente il vino e l’olio, due eccellenze italiane, e soprattutto siciliane, che hanno un valore rispettivamente di 12 e 3 miliardi di euro l’anno e che, se sottoposti a stress termico, vengono a perdere le caratteristiche organolettiche e nutrizionali per le quali il consumatore ha pagato. Il primo passo dovrebbe essere l’emanazione di linee guida Ue per gli operatori, cui potrebbe seguire una regolamentazione più specifica sul controllo della temperatura di stoccaggio, trasporto e conservazione del prodotto”.
Ma non solo. Sicindustria ha infatti sottolineato che, proprio tramite Anita, è impegnata ad assistere i propri associati in una class action per il recupero del sovrapprezzo imposto dal Cartello dei produttori di autocarri, già sanzionati il 19 luglio 2016 dalla Commissione europea.
Sono, infatti, centinaia le società di autotrasporto e le imprese (edili, metalmeccaniche, del legno) che nel periodo che va da gennaio 1997 a gennaio 2011 hanno acquistato, o avuto in leasing, dai costruttori coinvolti nel cartello (compagnie Volvo-Renault, Man, Daimlen-Mercedes, Iveco, Daf e Scania) gli autocarri di almeno sei tonnellate, sia conto terzi che conto proprio, a un prezzo superiore e che hanno diritto al risarcimento potendo recuperare il sovrapprezzo pagato.
“Al fine di agevolare le imprese – ha aggiunto Licitra – abbiamo messo a disposizione degli interessati la piattaforma on-line https://www.trucks-cartel.com/it con accesso riservato in cui le aziende potranno caricare i propri dati e i documenti a supporto del proprio diritto risarcitorio”.
All’incontro hanno preso parte il prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza, il questore Salvatore La Rosa; il sindaco Peppe Cassì; il comandante della Polizia Stradale, Gaetano Di Mauro; Cristina Qirjaku del Ministero Infrastrutture e Trasporti; Francesco Vona della Polizia Stradale di Ragusa; e Mario Galfo, direttore del Servizio Igiene degli alimenti di origine animale.
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