Nell’ultima riunione della Giunta comunale del capoluogo, presieduta da Piero Luparello, su proposta
dell’assessore per il centro storico Maurizio Masone, l’organo comunale ha preso in esame l’attuale situazione della messa in sicurezza del costone nord della città e della Cattedrale di Agrigento e delle recenti notizie che alimentano incertezze e rinviano decisioni invece urgenti e inderogabili.In un apposito documento conclusivo i componenti della Giunta precisano: ‘Abbiamo rimesso nelle mani del Governo regionale il futuro della nostra città certi che si comprendesse come il futuro di questa comunità affonda nella memoria e nella storia perché non è immaginabile Agrigento senza la sua Cattedrale, ribadendo la nostra piena condivisione degli appelli continui e toccanti dell’Arcivescovo mons. Montenegro affinché si faccia presto e bene.Sapere, oggi, che i soldi non ci sono più, dopo facili promesse e improvvisati impegni che hanno solo ritardato i necessari atti finalizzati ad un sollecito inizio dei lavori non è semplice da digerire.Sono passati dieci mesi e ci troviamo ancora al punto di partenza nonostante gli studi compiuti che allarmano e senza le risorse che erano state destinate per i primi ed urgenti lavori di messa in sicurezza.Vogliamo brevemente ricordare cosa è accaduto nell’ultimo anno.Il 9 novembre 2013 si assiste alla venuta ad Agrigento del Presidente della Regione e dell’Assessore Mariella Lo Bello per darci notizia delle risorse immediatamente disponibili (quasi 30 milioni) e dei risultati cui pervengono il team scientifico e del dipartimento regionale della Protezione civile con relativi tempi di realizzazione del progetto di consolidamento del costone a rischio frana e la messa in sicurezza della Cattedrale. In quella occasione il Sindaco Marco Zambuto ribadisce che, anche in presenza della disponibilità del Governo regionale, l’Amministrazione non avrebbe desistito dal procedimento avviato presso il Tribunale amministrativo a seguito dello ‘scippo’ parziale delle somme già destinate ad Agrigento per il costone della Cattedrale verso Giampilieri (ME) disposto dal governo Lombardo, riservandosi di ritirare il ricorso non appena avrebbe avuto conferma formale della volontà di adeguato finanziamento da parte della Regione.Il 3 marzo 2014, a Palermo, presso il Dipartimento dei beni culturali, si riunisce il Tavolo tecnico sulla Cattedrale di Agrigento con la partecipazione di rappresentanti del Comune, della Protezione civile regionale, dell’Arcidiocesi, del Dipartimento regionale dei beni culturali e della Soprintendenza di Agrigento. In quell’occasione l’Assessore comunale Maurizio Masone ribadisce l’urgenza dell’intervento e, conseguentemente, la necessità di avere notizie certe sulle fonti di finanziamento e sulle risorse immediatamente disponibili per la definizione del progetto esecutivo e dell’intervento necessario ed urgente per la salvaguardia del costone e del monumento, dichiarati dai tecnici oltremodo in pericolo.In quella sede emerge che, pur in presenza degli studi geo-diagnostici completati e consegnati, non risulta comunque chiaro l’esatta entità delle risorse a disposizione, i tempi di realizzazione delle opere nonché il soggetto o i soggetti responsabili delle varie fasi di intervento. I lavori di quel Tavolo vengono rinviati. Il successivo 17 marzo, invece, l’Assessore regionale del territorio e dell’ambiente Mariella Lo Bello, in occasione del Consiglio comunale straordinario sul rischio idrogeologico, conferma che i soldi per la Cattedrale, frutto delle economie di gestione sugli interventi relativi ai dissesti, sono disponibili ed ammontano a 17 milioni di euro. Inoltre, l’Assessore Lo Bello rassicura il Consiglio che non sarebbe stato un problema trovarne altri tre. Dunque venti milioni di euro sarebbero stati sicuri e ad essi sarebbero stati aggiunti gli altri cinque milioni ‘superstiti’ dell’originaria previsione che era stata decisa dal precedente Governo regionale. In quella occasione, l’Amministrazione comunale ribadisce la necessità di fare presto e, pur prendendo atto delle dichiarazioni del Governo, fa rilevare che gli impegni erano ancora verbali, non essendoci atti amministrativi che confermassero la destinazione per Agrigento e per il costone della sua Cattedrale delle risorse economiche promesse.Il 7 giugno 2014 il Sindaco scrive al Presidente della Regione per chiedere, ancora una volta, che il Dipartimento regionale di Protezione civile, al quale si attesta il coordinamento dell’attività, promuovesse gli ulteriori momenti di coordinamento e per conoscere le decisioni della Regione Siciliana sull’intera questione, a cominciare dai soggetti impegnati nella progettazione esecutiva per la messa in sicurezza ed il recupero del costone della Cattedrale che, nonostante le promesse dell’Assessore regionale Lo Bello volte a tranquillizzare la città sugli impegni assunti, era oggetto, da parte dei suoi stessi uffici, di notizie circa la gravità dello stato in cui versa. Il 30 giugno scorso si registra l’ultimo intervento del parlamentare nazionale Maria Iacono che chiede ‘chiarezza’ sulla vicenda della messa in sicurezza della Cattedrale richiamando tutti al senso di responsabilità. La stessa riporta, tra l’altro, nuove informazioni dell’Assessorato regionale al territorio ed ambiente in ordine alle somme disponibili, che ammontano solo a cinque milioni di euro, in quanto ben quindici milioni di euro risultano dirottati verso la provincia di Messina (Giampilieri) a seguito dei nubifragi che hanno interessato quei territori. Il suo incontro con il nuovo Assessore regionale, Maria Rita Sgarlata, ci consegna così un quadro preoccupante e contraddittorio sia sulle risorse sia sui soggetti titolari dell’intervento, cioè la Protezione civile regionale o Autorità del dissesto idrogeologico.Si può comprendere quindi la nostra preoccupazione per il futuro della zona e, in particolare, della Cattedrale. Continuiamo a non volere alimentare alcun allarmismo ma è pur vero che, stavolta con chiarezza, non ci sia alcun logico rapporto tra le preoccupazioni dei dati fornitici dalla Protezione civile ed i necessari conseguenti interventi. E’ l’ora quindi che la Regione promuova un Tavolo permanente nel quale il Comune è pronto a fare la propria parte perché si trovino urgentemente tutte le soluzioni possibili. Oggi diventa sempre più difficile tranquillizzare la nostra comunità, ma è nostro dovere fare tutto il possibile per salvare la Cattedrale perché questo significa salvare Agrigento, la sua storia, la sua identità culturale ed il rischio di un crollo del costone roccioso sarebbe un’ipotesi drammatica che va scongiurata con ogni mezzo.’9 luglio 2014
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