Agrigento, Il Sindaco Zambuto scrive al nuovo Presidente della Regione Siciliana

Il Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, ha scritto una lettera al neo Presidente della Regione Siciliana, on. Rosario Crocetta, per invitarlo a visitare la Città dei templi per constatare di persona i…

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di redazione

Il Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, ha scritto una lettera al neo Presidente della Regione Siciliana, on. Rosario Crocetta, per invitarlo a visitare la Città dei templi per constatare di persona i suoi gravi insoluti problemi.Con l’occasione Zambuto accenna alle ‘inadempienze’ e alle ‘storture della nostra amministrazione regionale. Essa infatti, in questi anni, con Agrigento

più che essere madre affettuosa e premurosa è stata matrigna crudele e dannosa.’Quindi vengono fatti degli accenni ai problemi relativi al centro storico ed alla Cattedrale di San Gerlando, al depuratore del Villaggio Peruzzo ed all’inquinamento del mare di San Leone, al rifacimento della rete idrica cittadina ed alla definizione delle opere fognarie ed alla situazione della gestione dei rifiuti.La lettera si conclude con un riferimento alla riduzione del debito comunale: ‘salvando questo ente locale dal dissesto, ho cancellato gli sperperi, ho annullato le consulenze e le auto blu, ho lavorato con dedizione per fare di Agrigento un ‘gioiello d’Italia’, pari al suo essere un sito protetto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.’Per poi affermare ‘A fronte della comprensione dei cittadini che hanno voluto partecipare con entusiasmo ed a costo di sacrifici ad un progetto ambizioso di cambiamento, ho trovato gli ostacoli maggiori nella nostra Regione, nella sua burocrazia e nelle sue leggi spesso incomprensibili ed inapplicabili. Perciò averTi con noi ad Agrigento per compiere insieme una verifica delle sue emergenze, che ho voluto in parte richiamare, mi sembra utile ed urgente. Operare per una Sicilia migliore, efficiente e trasparente, credo sia oggi l’imperativo categorico che deve animare l’azione di ciascuno di noi.’Di seguito si riporta comunque il testo integrale ‘Caro Presidente, nel rinnovarTi gli auguri più fervidi di buon lavoro, Ti rivolgo anche a nome degli agrigentini, un sentito invito a voler visitare Agrigento per constatare di persona i suoi gravi insoluti problemi.Ciò faccio anche per sottoporre da subito alla Tua sensibilità ed alla Tua azione di governo le inadempienze e le storture della nostra amministrazione regionale. Essa infatti, in questi anni, con Agrigento più che essere madre affettuosa e premurosa è stata matrigna crudele e dannosa.Centro storico e Cattedrale di San GerlandoCon le leggi n. 70 del 1976 e n. 34 del 1985 la Regione ha stanziato nel tempo oltre trenta miliardi delle vecchie lire per la rinascita del centro storico di Agrigento. Con la complicità però di una classe amministrativa locale poco illuminata ed efficiente, il governo dell’Isola più che operare perché il Comune spendesse tali ingenti somme, nel 2004 ha revocato i finanziamenti bloccando di fatto qualsiasi recupero di tale territorio, mentre con deliberazione della Giunta regionale n. 261 del 24/07/2012 ha dirottato altrove i quindici milioni di euro precedentemente stanziati per salvare la Cattedrale di San Gerlando.Depuratore del Villaggio Peruzzo e inquinamento del mare di San LeoneAgrigento, tra le prime città d’Italia negli anni settanta, utilizzando finanziamenti statali, costruì un depuratore per servire il Villaggio Peruzzo e la borgata di San Leone, al fine anche di impedire qualsiasi sversamento di acque nere nel suo mare con conseguenti danni per la balneabilità. Purtroppo le piogge torrenziali dell’ottobre 1976, facendo esondare il vicino fiume Akragas, ebbero a danneggiare tale struttura.Da allora forti iniziative giudiziarie degli ambientalisti locali hanno di fatto bloccato il ripristino dell’importante opera tanto da determinare posizioni ondivaghe della locale Soprintendenza dei beni culturali e dello stesso Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente che, dopo essersi espressi favorevolmente alla ripresa dei lavori, tra il novembre 2011 ed il gennaio di quest’anno hanno deciso di revocare qualsiasi nulla osta bloccando definitivamente l’opera.Ciò si è verificato malgrado le mie continue iniziative, intraprese sin dal mio primo insediamento con la sindacatura del 2007 per riavviare il completamento dell’opera, giudicando, ed in ciò sempre confortato dal consiglio comunale e dall’opinione pubblica cittadina, detto depuratore opera indispensabile a difendere il mare di San Leone da qualsiasi inquinamento, e l’utilizzo dei ‘pennelli a mare’ un rimedio parziale e assolutamente temporaneo e precario.Né ho mai mancato, pur tra queste insormontabili difficoltà, che di fatto impedivano come poi hanno impedito la ripresa dei lavori del depuratore, di fare il mio dovere di Sindaco a tutela della salute dei cittadini. Ed infatti, pur avendo nel 2008 perduto le competenze in materia per il subentro dell’Ato idrico, non ho mai mancato di sollecitare continue verifiche per il buon funzionamento dei pennelli a mare, né ho abbassato la guardia nella lotta agli scarichi abusivi impegnando di continuo l’Ufficio tecnico comunale e la Polizia municipale e controllando a che l’Azienda sanitaria provinciale effettuasse più frequenti prelievi di campioni per tenere sotto osservazione le acque del mare tant’è che, quando si è reso necessario abbiamo interdetto, nei tratti a rischio, la relativa balneabilità.Rifacimento della rete idrica cittadina e definizione delle opere fognarieSin dalla mia prima esperienza di sindaco, ho condotto a Roma prima e a Palermo poi una significativa battaglia per ottenere i finanziamenti necessari per il rifacimento della rete idrica cittadina, ridotta a colabrodo, dato che non si effettuavano interventi significativi da oltre cinquant’anni.Per oltre due anni ho bussato alle porte del Governo centrale senza successo, fino a quando il Presidente Lombardo con suo provvedimento del 30 dicembre 2010 ebbe a stanziare oltre ventisei milioni di euro per il rifacimento della rete idrica cittadina, mentre il CIPE con delibera del 30 aprile scorso ha destinato trentadue milioni e settecentomila euro per la definizione del sistema fognario cittadino. Purtroppo però, ad oggi, tutto è fermo e nessun cantiere è aperto perché le pastoie burocratiche bloccano in Sicilia il normale flusso della spesa.Ato rifiutiDa anni mi batto, con altri sindaci sempre inascoltati dalla Regione, per spazzare via dall’Isola gli Ato rifiuti, creati e voluti per alimentare clientele e sperperare il denaro pubblico. Per avere scippato tali competenze ai comuni, oggi i guasti sono sotto gli occhi di tutti e le nostre città sono di continuo sepolte da montagne di rifiuti.Signor Presidente, in questi anni di sindacatura ho ridotto il debito comunale salvando questo ente locale dal dissesto, ho cancellato gli sperperi, ho annullato le consulenze e le auto blu, ho lavorato con dedizione per fare di Agrigento un ‘gioiello d’Italia’, pari al suo essere un sito protetto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.A fronte della comprensione dei cittadini che hanno voluto partecipare con entusiasmo ed a costo di sacrifici ad un progetto ambizioso di cambiamento, ho trovato gli ostacoli maggiori nella nostra Regione, nella sua burocrazia e nelle sue leggi spesso incomprensibili ed inapplicabili.Perciò averTi con noi ad Agrigento per compiere insieme una verifica delle sue emergenze, che ho voluto in parte richiamare, mi sembra utile ed urgente.Operare per una Sicilia migliore, efficiente e trasparente, credo sia oggi l’imperativo categorico che deve animare l’azione di ciascuno di noi.’ 17 novembre 2012