Con riferimento alla vicenda dei cosiddetti finanziamenti perduti per l’edilizia scolastica, sollevata recentemente da alcuni esponenti del
Partito Democratico di Agrigento, l’Assessorato comunale per l’edilizia scolastica, guidato da Renato Bruno, ritiene doveroso precisare che i fatti sollevati concernono un bando emesso il 15 giugno 2010 dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con quello dell’ambiente. In tale atto gli attori principali erano gli istituti scolastici, al pari di quanto avviene per gli altri bandi del Programma operativo nazionale che regolarmente vengono finanziati alle scuole per le finalità più svariate (dall’acquisto dei computer alla realizzazione di progetti a sfondo ambientale ed educativo), ed a cui le nostre scuole partecipano regolarmente. Nel caso specifico non si trattava di presentare dei progetti strutturati, ma soltanto delle proposte-richieste di massima nelle quali indicare in modo generico le somme necessarie per eseguire alcune tipologie di intervento utili per migliorare soprattutto l’efficienza energetica degli edifici scolastici.Rispetto alle altre ipotesi del medesimo Programma, in questo caso la peculiarità era dovuta al fatto che, poiché si prospettavano interventi sul patrimonio edilizio, veniva interessata anche l’Amministrazione comunale che doveva, su richiesta degli istituti scolastici, compilare una parte della domanda dove erano descritti alcuni dettagli tecnici. Per ottemperare a tale adempimento e per assistere i Dirigenti scolastici nel superamento di alcuni aspetti interpretativi del bando, che si presentava sin dall’inizio molto farraginoso e controverso, su iniziativa di questo Comune, nel settembre 2010, venivano convocate alcune riunioni di tipo tecnico con le scuole interessate al fine di chiarire alcuni aspetti procedurali. Dopo di ciò il Comune ha redatto la parte di propria competenza provvedendo ad inviarla nei tempi previsti agli istituti scolastici che poi avrebbero provveduto all’inoltro per via telematica e per via cartacea.Va dunque ribadito che non si trattava di veri progetti ma di richieste di massima, e che l’inoltro delle istanze avveniva da parte delle scuole e non dell’Amministrazione comunale.Per ciò che riguarda in particolare le istanze non ammesse, si può osservare che i motivi di inammissibilità per le cinque istanze giudicate tali, non sono in ogni caso da imputare ad errori connessi con la parte dell’istanza compilata dagli uffici comunali. I motivi sono infatti svariati: dalla mancata firma del Dirigente scolastico all’invio fuori termine della documentazione cartacea, e nessuno di questi può essere addebitato al Comune.Con riferimento poi alle quattro istanze ammesse, ma poste in posizione non utile al finanziamento, si precisa che la graduatoria pubblicata rappresenta solo la fase preliminare. A riprova di ciò è facile infatti constatare come sia stata destinata la stessa somma a tutti gli istituti, pur in presenza di interventi molto diversificati tra loro. Ciò in quanto alle richieste di massima dovranno far seguito i progetti esecutivi delle opere, con la conseguenza che gli istituti scolastici e gli importi ammessi al finanziamento subiranno verosimilmente variazioni considerevoli, con la possibilità (già prevista nel bando), della ridistribuzione delle risorse all’interno della graduatoria.Per far fronte a tale eventualità, l’Amministrazione comunale intende seguire con il massimo interesse gli istituti scolastici ammessi alla graduatoria e predisporre gli eventuali progetti esecutivi delle opere richieste qualora si presentasse la reale possibilità di finanziamento, così come ha proceduto nelle altre occasioni nelle quali i fondi sono stati effettivamente ottenuti (come nel caso recente dei finanziamenti per un milione e quattrocentomila euro per la scuola ‘Castagnolo’).Da quanto esposto si può concludere come la vicenda non possa dunque essere strumentalmente semplificata, ponendo a carico dell’Amministrazione comunale responsabilità che non sono ad essa attribuibili, né si può erroneamente affermare che sono stati perduti tre milioni di euro di finanziamenti per l’edilizia scolastica. Si deve invece sottolineare come in questa occasione il comportamento del Comune e dei suoi uffici tecnici sia stato assolutamente congruo e che le politiche dell’istruzione e dell’edilizia scolastica rappresentano priorità della Amministrazione stessa. 11 ottobre 2011
(Comune Agrigento)
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