Fari puntati su Agrigento dopo che alcune trasmissioni televisive, l’Arena di Giletti e Ballarò di Giannini, hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale le inchieste sul Consiglio comunale, costato oltre due milioni di euro da quando si è insediato nel 2009: un altro colpo alla già compromessa immagine delle amministrazioni pubbliche siciliane.
Oltre alla vicenda delle riunioni quotidiane (Ferragosto e Natale compresi) per moltiplicare i gettoni di presenza, c’è l’indagine che riguarda il nuovo Piano Regolatore che sarebbe al centro di tangenti per cambiare la destinazione d’uso di numerosi terreni agricoli in aree edificabili: il sequestro degli atti della Commissione Urbanistica dovrebbe consentire di accertare eventuali reati.
Ma la riprovazione viene anche dai cittadini: sul web si è costituito un movimento di protesta (Noi siamo altro) che dopo le manifestazioni di piazza, oggi potrebbe occupare il Consiglio comunale, bloccando la seduta prevista per le ore 18: all’ordine del giorno ci sarebbe la surroga dei consiglieri che si sono dimessi, ma appare sempre più probabile l’opzione di dimissioni di massa, anche perché il mandato volge quasi al termine.
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