TORINO (ITALPRESS) – “Innanzitutto vorrei ringraziare Andrea Pirlo e il suo staff”. Inizia così la conferenza stampa del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, nel giorno dell’addio di Fabio Paratici. “Ho sentito parlare di fallimento, dopo 10 anni se fallimento significa vincere due trofei e accedere alla Champions League… Io reputo questo un anno positivo perchè è stata una stagione difficile e nei momenti di difficoltà non sempre siamo riusciti a trovare le risposte giuste, dobbiamo imparare dagli errori commessi da tutti e non dalle singole persone”.
Detto questo Agnelli ci tiene a dare “il bentornato a Massimiliano Allegri, siamo estremamente felici che sia pronto a buttarsi in un’avventura che sarà sicuramente di lungo corso”. Sullo staff dirigenziale dice: “Sento fare tanti nomi, ma quando la riorganizzazione dell’area sportiva sarà completata ci vedremo in una nuova conferenza stampa: posso intanto dire che Federico Cherubini è determinato e pronto”, ha aggiunto il presidente Agnelli che poi si dedica a Fabio Paratici “A lui si devono campioni come Tevez, Dybala e CR7. Con l’unico rammarico Van Persie, con quella cena organizzata a casa mia in tre minuti…Penso che alla Juventus sia arrivato un ragazzo e vada via un uomo, curioso e istintivo. E soprattutto un vincente che ha gestito la Juventus in uno dei momenti più difficili del calcio, quello della pandemia”. Il dirigente saluta la Juve definendosi “Orgoglioso, grato, felice e commosso” per i suoi 11 anni in bianconeo.
Ma prima della conferenza stampa Agnelli ha affrontato il discorso Uefa-Superlega. “Ho cercato di cambiare le competizioni europee dall’interno, ho lavorato nell’Eca e nell’Esecutivo Uefa, abbiamo cercato di cambiare ma non è stato possibile, c’erano problemi già prima del Covid, la Superlega non è un tentativo di colpo di Stato, ma un grido d’allarme disperato per un sistema che, non so se consapevole o meno, si indirizza verso l’insolvenza. L’accordo fra i fondatori era condizionato al preventivo riconoscimento da parte della Uefa della competizione. La risposta è stata di chiusura, con termini offensivi e metodi arroganti, e poi si è indirizzata verso tre club”, ha proseguito Agnelli riferendosi a Juventus, Barcellona e Real Madrid. “Non è con questo tipo di comportamenti che si riforma il calcio di fronte a questa crisi. Per fortuna so che non tutti in Uefa la pensano allo stesso modo. Il desiderio di dialogo, comunque, resta immutato. Altri sport hanno affrontato cambiamenti di questo tipo, e quasi tutti gli stakeholders concordano sul fatto che il modello vada cambiato”.
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