Aggravante mafiosa per Raffaele Lombardo
Per evitare un possibile «ne bis in idem» si potrebbe andare verso l’unificazione dei due procedimenti nati da stralci dell’inchiesta Iblis in cui erano indagati il presidente della Regione Siciliana,…
di redazione
Per evitare un possibile «ne bis in idem» si potrebbe andare verso l’unificazione dei due procedimenti nati da stralci dell’inchiesta Iblis in cui erano indagati il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa. Il Tribunale monocratico di Catania ha aggiornato al prossimo 19 luglio l’udienza del processo per reato elettorale, dopo che nell’udienza di oggi la Procura ha contestato l’aggravante dell’avere favorito l’associazione mafiosa. Il 28 giugno, intanto, si terrà l’udienza preliminare per l’imputazione coatta in cui Raffaele e Angelo Lombardo sono accusati di concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio. Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha commentato amaramente: “Il grande rammarico è che io non ho ancora un processo nè un rinvio a giudizio, e che bisogna ricominciare daccapo”. Il governatore ha sottolineato che se l’annunciata decisione di dimettersi alla fine di luglio “non fosse motivata da una scelta politica, potrei rimetterla in discussione. Ma – ha precisato – non cambia alcunchè, io mi dimetterò per fare fare votare il 27 e 28 ottobre. La Procura di Catania è composta da persone di straordinario valore, qualità e competenza” ma “le accuse dei pentiti sono sotto gli occhi di tutti, sono ridicole. Io non mi sento vittima di alcuno sono responsabile delle mie azioni e mi sento sereno, anche se contrariato.