Aeroporto di Comiso: botta e risposta tra Soaco e Digiacomo sulla questione carburante

COMISO – Stupore, rammarico e disappunto sono le prime inevitabili reazioni al comunicato stampa con il quale l’Onorevole Giuseppe Digiacomo ha preannunciato un’interrogazione all’Assessorato Regionale alle Infrastrutture e Mobilità con riferimento alla opportunità di “accertare come funzionano alcuni servizi relativi al rifornimento carburante” nell’aeroporto di Comiso.

“Il passato impegno di Digiacomo in favore dell’Aeroporto – spiega Soaco – l’assoluta disponibilità sia dell’organo amministrativo della società che di tutto il personale della struttura aeroportuale, avrebbero potuto e dovuto consigliare al parlamentare di evitare comunicati stampa e interrogazioni disinformate nel loro contenuto. Non risponde al vero che Soaco abbia affidato servizi, in generale, e quelli relativi alla erogazione del carburante, in particolare, con “licitazione privata”.

La Soaco, anche con riferimento al deposito carburanti, ha indetto una procedura pubblica e trasparente attraverso la pubblicazione di invito a manifestare interesse per la individuazione del soggetto che offrisse le condizioni economiche più adeguate allo scalo di Comiso e ciò, con riferimento ai carburanti, anche e soprattutto in relazione al prezzo del carburante che l’aggiudicatario avrebbe praticato ai vettori interessati al servizio.

“Leggo con stupore la nota di replica della Soaco in relazione alle mie richieste di chiarimenti sul servizio di rifornimento carburante nell’aeroporto di Comiso: ebbene, la stessa Soaco conferma che tuttora il gestore del servizio non è abilitato per fornire carburante a certi tipi d’aerei”. Lo dice Pippo Digiacomo, parlamentare regionale del PD, in relazione ad una recente nota della società di gestione dell’aeroporto di Comiso.

“La Soaco, piuttosto, dovrebbe spiegare: come ha potuto pensare di aprire un aeroporto senza propellente? Oltretutto – aggiunge Digiacomo – erano stato proprio i vertici di Sac e di Intersac a diffidare dall’aprire lo scalo, minacciando azioni di rivalsa perché l’operazione aveva il sapore di una forzatura fungibile alla campagna elettorale di Alfano”.

“E’ opportuno ricordare – prosegue Digiacomo – la spesa mensile di 200.000 euro di soldi pubblici per i controllori di volo che fino ad oggi hanno controllato ben poco: in due mesi, 400 mila euro spesi per cosa? Risponda a questo la Soaco invece di incolonnare elementi che non chiariscono proprio nulla e faccia sapere se intende portare avanti l’azione di rivalsa minacciata per spreco di risorse pubbliche e private”.

“Sia chiaro – conclude Digiacomo – sono stato io il primo a battermi per l’apertura dell’aeroporto, ma la società di gestione aveva il dovere di verificare che tutto fosse a regime”.