Un investimento di poco superiore ai 75 milioni di euro in due anni, con un complesso piano di interventi per digitalizzare 1300 chilometri di rete di distribuzione dell’acqua potabile, effettuare la manutenzione straordinaria sulle condotte, installare “contatori intelligenti” per la misurazione dei consumi e sistemi automatizzati di disinfezione e controllo dell’acqua; il tutto con l’obiettivo di ridurre le perdite reali e apparenti della rete idrica e per garantirne la qualità finale per i cittadini.
È questo il piano di AMAP, che per realizzarlo ha appena ricevuto dal Governo nazionale un contributo di 52 milioni nell’ambito del PON “Infrastrutture e Reti” finanziato con il fondo ReactEU dell’Unione Europea.
L’azienda, che garantirà con fondi propri le somme integrative necessarie per coprire tutti i costi, aveva presentato la richiesta di contributo a dicembre, con progetti esecutivi redatti dal proprio ufficio tecnico. Si potrà quindi procedere in tempi brevi alle gare d’appalto per l’affidamento dei lavori previsti dalle diverse fasi del progetto.
Il progetto parte da una lunga e dettaglia analisi delle perdite presunte della rete idrica (stimate intorno al 45%, pari a circa 54 milioni di metri cubi) da cui emerge che alle effettive perdite d’acqua (dovute principalmente a guasti lungo le reti di adduzione e guasti negli allacci dell’utenza) si sommano perdite cosiddette “apparenti”, quelle riferite agli allacci abusivi ma soprattutto quelle dovute alla vetustà dei contatori e del sistema di rilevazione dei consumi, che in alcune zone servite da Amap non restituiscono informazioni attendibili al 100%.
In sostanza, è emersa la necessità di pianificare interventi su due fronti: una massiccia manutenzione di alcune parti della rete di distribuzione soprattutto nella sua parte finale di allaccio alle utenze e allo stesso tempo l’ammodernamento, anche attraverso il ricorso a strumenti di telemetria digitale dei sistemi di rilevazione dei flussi idrici e dei consumi finali. Gli strumenti di misurazione e monitoraggio digitali permetteranno sia di controllare costantemente tramite un’unica centrale di controllo la pressione di tutti i settori della rete, individuando tempestivamente eventuali anomali e perdite, sia di avere una registrazione costante degli effettivi consumi da parte degli utenti.
Il piano è quindi articolato in 9 fasi operative che procederanno in parallelo: alcune di queste (per un costo complessivo di poco superiore a 36 milioni) permetteranno di realizzare una rete telematica e di rilevazione digitale dei flussi e monitoraggio della rete dalle fonti fino alla distribuzione finale; altre tre azioni (per circa 24 milioni) saranno mirate ad interventi di manutenzione straordinaria delle reti di 34 comuni della provincia, della sottorete “Politeama” del Comune di Palermo e infine un’ultima azione (dal costo di un milione e mezzo) servirà per installare un sistema automatico di disinfezione e monitoraggio della qualità dell’acqua. A questi costi si aggiungeranno, fino appunto a 75 milioni complessivi, quelli necessari per la sicurezza dei cantieri, per le indagini e gli studi tecnici e per i collaudi.
Per l’Amministratore Unico di AMAP, “l’azienda si conferma solida, con grandi capacità progettuali e gestionali, con al proprio interno professionalità che rispondono alle esigenze di tutti i comuni che hanno scelto di aderire e affidarci la gestione del servizio idrico. Il fatto che il nostro progetto sia stato classificato fra i migliori d’Italia è inoltre la conferma della capacità di pianificare e progettare gli interventi, consolidando la struttura aziendale e le sue prospettive di sviluppo futuro, anche grazie alle ingenti risorse del PNRR e di tutti i programmi complementari dell’UE.”
Un apprezzamento per l’azienda viene anche dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che sottolinea come con questo progetto “si rafforza la dimensione di servizio pubblico in armonia con le amministrazioni comunali e a servizio del territorio e si conferma l’eccellente ruolo di un’azienda interamente pubblica che è oggi un modello nazionale per l’accesso al bene comune dell’acqua e per la sua corretta gestione.”
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