Accolta la richiesta di risarcimento per Contrada, ex n. 2 del Sisde

Accolta la richiesta di risarcimento. È stata accolta la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione presentata dall’ex numero due del Sisde Bruno Contrada. Dopo essere stato arrestato nel 1992 per concorso esterno in associazione mafiosa, nel 2007 Contrada era stato condannato a 10 anni di carcere.

Contrada ha scontato 8 anni tra carcere e arresti domiciliari. Dopo un tentativo di revisione della sentenza, dichiarato inammissibile, si rivolse alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.

“I danni che io, la mia famiglia, la mia storia personale, abbiamo subito sono irreparabili e non c’è risarcimento che valga. Io campo con 10 euro al giorno. Stare chiuso per il coronavirus non mi pesa: sono stato recluso 8 anni”. Ha dichiarato l’ex dirigente generale della polizia di Stato. “I soldi non mi interessano. Dieci euro al giorno mi bastano”. conclude

Accolta la richiesta di risarcimento per Contrada, disposta una liquidazione da 670mila euro

La sia condanna venne giudicata illegittima dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha condannato lo Stato Italiano per non aver concesso gli arresti domiciliari a Contrada, in quel momento in precarie condizioni di salute. Anche la Corte di Cassazione si era espressa a favore dell’ex poliziotto.

Contrada, assistito dall’avvocato Stefano Giordano, ha ottenuto una liquidazione di 670mila euro.

Nel 2015 i giudici della Cedu hanno condannato l’Italia a risarcire il funzionario, nel frattempo radiato dalla polizia, sostenendo che non andava processato né condannato perché il reato di concorso esterno in associazione mafiosa ha assunto una dimensione chiara e precisa solo con la sentenza Demitry, del 1994. E Contrada era finito davanti ai giudici per fatti precedenti a quella data. Uno spunto, quello della pronuncia della Cedu, che il legale di Contrada ha usato per chiedere, tramite un incidente di esecuzione, la revoca della condanna.

Ma la Corte d’appello di Palermo giudicò il ricorso inammissibile. Tutto fu ribaltato dalla Cassazione che revocò la condanna privando il verdetto della eseguibilità e degli effetti penali. Oggi l’ultimo traguardo del risarcimento per la detenzione illegittima.

Bruno Contrada venne arrestato il 24 dicembre del 1992. In primo grado fu condannato a 10 anni, ma la sentenza fu ribaltata in appello e il funzionario venne assolto. L’ennesimo colpo di scena ci fu in Cassazione, quando l’assoluzione fu annullata con rinvio e il processo tornò alla corte d’appello di Palermo che, il 25 febbraio del 2006, confermò la condanna a 10 anni.

Non ci sono soldi per ripagare le sofferenze della mia famiglia

“Aspetto di leggere le motivazioni, il ragionamento e le argomentazioni della Corte – spiega – Non ci sono soldi per pagare le sofferenze che la mia famiglia ha subito. Mio figlio che era poliziotto è gravemente malato: un giovane che ha visto il padre, dirigente generale della polizia di Stato la stessa di cui lui indossava la divisa che per lui era un mito, arrestato e accusato di cose gravissime. Mia moglie che si è ammalata di cuore subito dopo il mio arresto. Ci può essere risarcimento? Spione, agente segreto, sempre appellativi per gettarmi fango addosso. Io sono un dirigente generale della Ps applicato ai servizi di sicurezza che da vicecommissario ha scalato tutti i gradi della Polizia di Stato”